Di fronte alla parola “sconcerto”, avendo da poco trattato il tema dello “sconforto” ( tra i sentimenti che ogni lunedì affrontiamo per parlarne tra noi e raccontarcene le personali esperienze ) mi sono detto: ma qual è la differenza ?
mi è venuto naturale mettere a confronto le due parole e la prima riflessione che mi si presenta è: la parola Sconforto fa spazio ad una sorprendente serie di eventi ( non desiderabili e meno che mai desiderati ) che con dispiacere ti costringe a prendere atto che puoi perdere le speranze e/o comunque c’è poco altro da fare di fronte a situazioni dove non ti “tornano i conti” … e dove quindi, di fatto, la tendenza è quella di perdere la speranza o comunque rinunciare a combattere e disporsi a soffrire lo status quo in maniera irrecuperabile.
SCONCERTO invece può essere quando tu, di fronte ad una serie di momenti di sorpresa e/o di contraddizioni tra le aspettative e la presa d’atto di un riscontro “difforme” – rispetto alle aspettative stesse – ti accorgi che non perdi la speranza … anzi, che forse vale la pena, ancora, di riprovare o di mantenere un livello di fiducia … ancorché verosimilmente, poi, anche riconoscerti una situazione “patita” e da anticamera di sconforto, ma che senti hai e mantieni l’animosità di combattere per risparmiarti di peggio.
Emblematico lo Sconcerto di fronte alla palese verità – in occasione della recente Pandemia – di negare l’evidenza scientifica e chiamare un “farmaco” … : Vaccino, con tutte le inevitabili storiche conseguenze ad aumentare esponenzialmente lo Sconcerto dichiarato.
Per non parlare dello Sconcerto che provo – e non credo di essere il solo – di fronte al fenomeno delle morti per “malessere improvviso” che lasciano “sconcertati”: … non tanto per il fatto in sé ( che pure “misteriosamente” interessa persone giovani, spesso atleti in buona salute appartenenti ad ogni categoria sportiva ) quanto piuttosto che politica e Media non sollevino la questione … che a mio avviso meriterebbe una inchiesta super straordinaria a livello giornalistico ed anche una “Commissione” d’inchiesta a livello politico e parlamentare.
“Ogni dubbio è lecito” ? … come direbbe Robby Giusti ?
Ma per l’esperienza di questo Sentimento lo spunto me lo dà anche un’episodio, accadutomi di recente proprio qualche giorno fa e quindi fresco di attualità.
Raggiunto il posto dove incontro una persona per prendere un caffè, all’improvviso, mi ricordo che mezzora prima avevo lasciato il forno “acceso”, al “massimo” della temperatura, per riscaldare una lasagna ricevuta in dono che avrei dovuto mangiare prima ancora del caffè ma invece abbondantemente, poi, lasciata lì nel dimenticatoio, cioè nel forno.
Il Problema che si poneva: che cosa poteva essere successo a cibo e forno ? … bruciato tutto ?
Fuga di ritorno a casa.
A casa, con sorpresa, scopro che il forno è spento… non ha funzionato …
Come mai ? … semplice !… non mi ero mai reso conto – negli anni del suo uso – che due manopole concorrono ad accenderlo: una prima che consente di fissare la temperatura che normalmente porto al massimo; e l’altra che disciplina le piastre di riscaldamento: “sopra” “sotto” … tutt’ e due, oltreché accenderne la luce nel vano addetto.
Bene : in questo caso, pur di fronte ad automatismi che non lasciavano dubbio rispetto all’allarme che mi ero registrato ( e cioè che come sempre entrambe le manopole fossero state attivate ) Tuttavia la seconda manopola ( quella che solo oggi ho scoperto essere quella dell’accensione – diremo della corrente e della luce, e quindi della scelta dei livelli di riscaldamento )… la seconda, “Io” … ” quel giorno “… non l’avevo accesa !!!
Lo sconcerto che mi registro è questo misterioso accadimento in base al quale, alla fine, l’allarme non era ben riposto.
L’aspettativa (più negativa ovviamente che positiva) per la quale coerentemente mi dovevo aspettare il peggio … non si era verificata.
Ed io resto sconcertato perché, per l’ennesima volta, sono lì a rendermi conto che sulla mia strada, nella mia vita, nella mia realtà accadono “fatti strani” che spesso, a fronte di “coerenti” aspettative negative, ribaltano questo stato di cose e me le fanno riscontrare in positivo.
SCONCERTO ogni volta !
Mistero della Fede ! … Miracolo del pensiero positivo anche inconscio ?
Non saprei … ovvero non è questo il momento per riflettere, per dibattere o per aprire a un dibattito su come stare atteggiati rispetto ai fatti “insoliti” della realtà.
Però la parola “insolito” mi fa dire che, alla fine, noi possiamo restare sconcertati quando un qualcosa di solitamente atteso come “scontato”, all’improvviso, viene riscontrato in maniera tale che “sì” accade, “Sì” è atteso, … “Sì”… ma è INSOLITO il modo con cui l’accadimento viene a porsi e … di fatto si pone.
E quindi, ad es., è insolito che all’improvviso un poliziotto che ti ha fermato non ti mette la multa che pure meriti … e tu puoi restare sconcertato “positivamente”.
( E come mai questa volta non me l’ha messa ? mi è andata bene ! ok … resto positivamente sorpreso, contento e … sconcertato ! )
Ma lo sconcerto può anche essere quando, ad un certo punto, invece, per l’ennesima volta, il poliziotto ti ferma e ti mette la multa.
E tu resti sconcertato per due aspetti : “il primo” per il fatto dell’ennesima ricorrenza che allora ti fa dire: Ma allora qualche misterioso fantasma ce l’ha con me, ché mi fa cadere sempre in braccio a questo errore. Il “secondo” per il fatto che mi rendo conto che comincio a scivolare verso quello stato di frustrazione e disagio e pessimismo che tutti insieme sanno di anticamera dello sconforto, di cui parlavo in apertura.
È qui potremmo parlare di parallelismi differenziali o di linee di demarcazione dove l’aspettativa, tradita dall’accadimento insolito, ci consente di riflettere su quanto esso, nell’accadere, si proponga in negativo o in positivo nella dimensione sentimentale della persona.
Ovvero Io mi dico: Che cos’è che fa sì che un fatto che mi aspetto coerente con alcune premesse ed alcune cause poi non accade in linea con esse ( … che io conosca o non conosca le cause ma che comunque posso dedurre “premesse” coerenti con gli effetti che registro ) …?
Se io mi aspetto di conoscere la causa di una morte improvvisa a seguito di “autopsia” – in linea con una curiosità normalmente soddisfatta da “regolare” procedura di routine ( come d’abitudine sempre ) – come non posso essere sconcertato se mi si conclude genericamente “per malessere improvviso” … e niente più ?
E allora se questo riscontro di conoscenza delle cause non accade … io resto “sconcertato” … “perché non mi tornano i conti” delle riflessioni logiche razionali in base alle quali sono abituato ad avere riscontri…
Allora che cosa mi fa dire: Sono sconcertato !
Ebbene Io credo di poter dire – ricorrendo quindi ai momenti in cui mi posso riconoscere l’esperienza della parola – che, per esempio, Rimasi sconcertato piacevolmente, con sorpresa e gioia incredibile, in una circostanza della mia vita che vissi anche con commozione.
Il fatto è questo.
Torno dall’India dove avevo chiesto a Sai Baba un segno o indirizzo, o comunque aiuto, che mi indicasse la via da percorrere ( e cosa e come “investire ” le mie poche risorse ) per potere realizzare la mia Mission (che si è venuta realizzando in questi anni e che si avvia a volare).
Non avevo chiesto alcun aiuto economico in assenza di indirizzi strategici e di programma ancora tutti da elaborare.
Al ritorno, dunque, nella cassetta delle lettere trovo una lettera in cui la Presidenza del Consiglio dei Ministri mi riconosceva un contributo economico che di fatto finanziava … una attività di formazione la cui domanda – fatta due anni prima – era stata da me completamente dimenticata.
Nessuna raccomandazione … nessuna tessera di Partito… ! ! ( a fronte di un importo, incredibile, di 120 milioni … anno 1994 ) … Ed allora, lì … resti sconcertato ! !
Il susseguirsi degli eventi e le loro coincidenze ( che avrei imparato a chiamare sincronicità ) fecero spazio ad una esperienza insolita ed indimenticabile.
Ma analogo sconcerto avrei vissuto se avessi trovato multe o bollettini “straordinari” da pagare o comunque “avvisi” NON ASPETTATI … e lì quel sentimento avrebbe dato voce a: ” ma Santo Cielo, … ancora da pagare ” ! ! …
e sappiamo che, cioè, c’è sempre da restare sconcertati per come certi Enti pubblici … et cetera et cetera, possono darti colpi in maniera incredibilmente persecutoria…
Certo la sfumatura verso lo sconforto “ci sta” … ma lo Sconcerto presuppone, dal mio punto di vista, una logica molto razionale (fredda o calda che sia ) che non fa cadere – se non in situazioni ripetitive ed alla lunga distanza – in aspetti, diciamo così depressivi, o di natura psicopatologica .
Apprendo in questo momento un fatto di cronaca che non potrei non definire, nei riflessi che sperimento a livello di sentire mentale, … sconcertante.
Qual è l’argomento. Trattasi di una situazione dove una persona, costretta a ricoverare il marito in ospedale, si vede protestata non avere la mascherina e quindi impedita a farsi presente, in assistenza, presso il congiunto, nonché maltrattata dalle forze nell’Ordine chiamate – in ragione delle proteste dell’interessata – dalla direzione sanitaria dell’Ospedale ligia nella applicazione di Protocolli forse nemmeno più in vigore, in obbligo di Legge.
Il paradossale o comunque l’estremamente “sconcertante” susseguirsi degli eventi viene riportato in un video che fa vedere l’intervento della polizia di stato ed un incredibile susseguirsi degli eventi.
SCONCERTO ASSOLUTO ! !
IN MERITO lo Sconcerto è doversi accorgere, ad ogni angolo della nostra vita di relazione – interposti o no Media di turno – che il tipo di eventi che ci colpiscono sono di per sé un susseguirsi incredibile di temi incoerenti e contraddittori ad ogni lettura di buon senso, il quale Buon Senso, però, ne esce regolarmente mortificato – se non punito – perché ogni volta Altri sono i Valori di riferimento …presenti allo stato dell’arte nella realtà delle cose ( mettiamola così ! ).
Certo c’è da restare poi sconcertati quando nell’esperienza quotidiana della realtà ti accorgi che apprendi alcune notizie di fatti “ufficiali”, visionando “documenti ufficiali” che la Stampa ( di Regime ?) non riporta e li “dovrebbe”, a comune senso del pudore, riportare.
A fronte di sistematiche omissioni di “comodo” e di Sistema ancora una volta lo SCONCERTO diventa esperienza “di pelle” e ci fa dire:
“non è possibile che viviamo in una realtà dove siamo manipolati dalla mattina alla sera, dalla A alla Z, e siamo inermi a ribadire, a controbattere, ad integrare per modificare, a fare qualcosa …”.
E tuttavia, qui, lo Sconcerto ( ancorché non determini l’aspetto più negativo del subire… che veramente può diventare anche Sconforto, pessimismo o depressione ) può anche ribaltare lo stato emozionale del sentire le cose.
Lo sconcerto può innestare motivazione e mobilitazione (e desiderio di trasformazione ) al punto da attivare un Risentimento … e spingere a decisioni capaci di approfittare di qualunque situazione per … “quanto meno”: “contestare” e “quanto meno” provare a “bilanciare”, con condivisioni ed inoltro ( nel caso nostro, attraverso i Social ) di ” Verità ” ritenute utili da essere portate alla partecipazione della gente, quando le istituzioni preposte ( leggi i giornali e televisioni e quant’altro di regime ) hanno ridotto quelle verità dei Fatti a “mezze verità” o “false” verità ( leggi: fake news di Stato ).
Infine, poi, si può restare sconcertati anche quando un fatto non dovesse interessarci direttamente ma coinvolgerci indirettamente.
Di fronte a chi, per esempio, nega appunto l’evidenza di un fatto del quale è stato “soggetto-attore” responsabile.
Con tutto il ricorso che si può fare – per comprendere, certo non giustificare – alla “Negazione” come “meccanismo di difesa” inconscio. Quante volte da bambini siamo stati pronti a dire: “non sono stato io”, per rimuovere, in qualche modo, l’intollerabile paura di dover essere puniti per qualche cosa della quale avevamo esperienza di punizione, patita in precedenza ed agli atti della propria memoria.
Se da Bambini ci siamo trovati a fare un’esperienza di “negazione dell’evidenza” (per meccanismi di difesa automatici e inconsci), da Grandi questi meccanismi di difesa scattano ogni volta che, in proporzione, ci si ripropone, sulla scena del presente, una situazione equiparabile, per portata dinamica e per analogia di situazioni, a rischio di censura, multa o punizione, riprovazione, perdita.
In questo caso è pronta la “negazione” : non è come pensate voi !
“non sono stato io, , non è come pensi tu ! ! …” direbbe il marito alla moglie ( o la moglie al marito) colti in fragranza di reato di infedeltà e reciprocamente provocati in “sconcerto”.
Le vicende di merito servono per farci capire dove lo sconcerto, ancorché toccarci dolorosamente, magari appartiene ad un’area dei sentimenti dove riusciamo in qualche modo a fronteggiare il sentimento in esame e farcene chiarezza di riconoscimento, comprensione e gestione.
Ecco: con questi “flashes” … Ho ritenuto di potere riportare la mia esperienza della parola: SCONCERTO.
È chiaro che se andassi a trovare la “parola” sconcerto su Wikipedia, su Google, sul vocabolario, sull’enciclopedia … troverei l’etichetta di “nome sostantivo maschile” ecc. tutte quelle cose che a memoria “non” ricordiamo. Tutta una declinazione di significati.
Ma non è questo Salotto il “posto”, non siamo qui per fare posto a “tanto” …
Certamente siamo qui “non” per andare contro il sistema: avremmo armi spuntate.
Siamo qui però certamente per andare contro la logica razionale “preimpostata” che non fa spazio a declinazioni di emozioni e sentimenti.
E questo spazio invece Noi lo vogliamo fare !
Sì ! … : per ricercare racconti di esperienza molto personali.
Racconti di persone che riportano l’esperienza della “parola”: con collegamenti molto personali e culturali (secondo ciascuno) con il sentimento dello SCONCERTO: in questo caso i modi con cui ciascuno, in maniera diversa, riporta la propria interpretazione e racconta le esperienze significative che, a memoria, ne costituiscono il racconto.
Tutto questo per regalarci un Salotto dove l’insieme dei racconti della propria personale “esperienza della parola” ( cioè del Sentimento in esame ) possano rappresentarci una “raccolta”, un riassunto di insieme, una sintesi che ciascuno può aggiungere al proprio patrimonio culturale ma soprattutto alla propria esperienza personale.
Per farsene una riflessione più ampia, meno razionale e più dinamica, e per il tramite della diretta comunicazione – da parte dei soggetti – delle esperienze … farsene contestualmente un qualcosa che abbia la valenza del “valore aggiunto”: sì ché la “conoscenza” (di quelle esperienze) ci porti alla CONOSCENZA , sempre più approfondita, di quel mondo emozionale che l’esperienza ha sotteso ed ha voluto riportare … e quindi diventi una “conoscenza” del mondo emozionale, una conoscenza delle parole, dei “significati” delle parole che per ciascuno identificano i mondi: dell’immaginario, dell’ emozionale, del sentimentale.
Questa riflessione – anche nei suoi aspetti di attività inconscia – che ciascuno si porta a casa, dopo l’esperienza del salotto, serve perché :
la propria esperienza emotiva, aggiunta di conoscenza di quanto Altri sulla stessa esperienza si sono sintonizzati ( ed hanno raccontato ), ci consente di riflettere in maniera più integrata e, tale da potere, in qualche modo, conoscere i sentimenti e le emozioni di cui parliamo.
Sentimenti ed emozioni di cui non abbiamo mai avuto occasione di parlare nelle Sedi istituzionali: per vuoto di Formazione, carenza di impostazioni, conseguente assenza delle abitudini.
“Carenza” di formazione: Nessun insegnamento nelle Scuole, nessuna disciplina intitolata: Educazione di Emozioni e Sentimenti.
Noi qui siamo all’Alfabeto di una Formazione ( di un recupero di formazione ).
All’alba di una pedagogia – o di un insieme di conoscenze – da strutturare in : Pedagogia della Educazione delle Emozioni dei Sentimenti ( Tema più largo e generalissimo della “educazione delle emozioni e dei sentimenti” … ovunque “carente”, presso le Istituzioni del mondo, come Formazione della Persona ).
Siamo un po’ i Pionieri – per il tramite delle nostre ormai “prossime” Palestre di Educazione Emozionale – … di questa “cosa” qui.
Io la chiamo Mission.
… e mi sono “battezzato” , per servirla :
il Maestro Manzi del XXI secolo.
A D M A I O R A ! !