Sentimenti In Salotto : L’ INVIDIA – lunedì 29 aprile – ore 21

 

Invidia è quando ti trovi a confrontarti con un’altra persona e scopri che quella persona ha qualcosa che tu non hai o semplicemente ne “hai di meno” … ed allora provi un senso di deprivazione per quella mancanza ( o di dispiacere per quella differenza ) e comunque ti ritrovi a valutare i termini di una possibile ingiustizia circa lo stato delle cose così come ti “colpisce” …

E può essere – da bambino – che l’altro ha un giocattolo che tu non hai o semplicemente che l’altro ha giocattoli e tu  NON  li  hai.

E può essere – da bambini – l’esempio della bambina che si confronta con il bambino e scopre che lui ha qualcosa che lei non ha:  il cosiddetto “pisellino”… Ed allora Lei si interroga e dice: perché lui ha quel giocattolo lì e io no ? …e non le sta bene; e vorrebbe averlo anche lei ed allora avverte frustrazione, limite e si ritrova a sentirsi – vittima di ingiustizia – a cercare – senza successo – chi o cosa è responsabile della sua sofferenza …

Ma la stessa cosa può accadere ed essere provata – sempre da bambini – rispetto alla madre che ha la tetta con il latte “buono” che soddisfa “si” il bisogno e la fame … ma quando lo decide Lei, la madre: ed allora il piccolo sente che non è giusto che la madre ce l’ha e lui no … E soprattutto che non è giusto che poi la madre faccia quello che vuole con quella tetta da cui dipende per sopravvivere … e certamente non è bello stare in quella dipendenza o frustrazione o fame, che – se non soddisfatta al bisogno – fa star male. La paura collegata è quella di morire e la minaccia di morte – sentita come ingiustizia – apre la strada ad ogni risentimento e fantasie di aggressività e vendetta.

Illustri studiosi ci hanno hanno parlato dell’ “invidia del seno materno” da parte del neonato così come ci hanno parlato dell’ “invidia del pene” da parte della bambina, per il discorso riportato sopra.

L’emozione collegata, quindi, a questo sentimento dell’Invidia è un’emozione antica che registriamo  fin dai primi tempi della vita neonatale.

Da allora quelle emozioni di frustrazione ed anche di rabbia, quel senso anche di impotenza e di ingiustizia provati … ci accompagna: e ce ne accorgiamo ogni volta che ci ritroviamo – da grandi – a confrontarci in altre situazioni che ripropongono un tipo di “dipendenza” da un potere esterno … ad esempio, sul lavoro, da un datore di lavoro.

Allora tutto questo ripropone sul piano emozionale un qualcosa che ci riguarda  – anche quasi senza accorgersene : Lui ha il Potere di decidere i miei tempi ed i miei compiti ed io questo potere non ce l’ho … così la mancanza di Potere e gli stati emotivi connessi e “rivisitati” diventano il collegamento. L’altro – visibile o invisibile, personalizzabile o no – ha un qualcosa ( il Potere ) che io NON ho.

l’emozione diventa così il “minimo comune denominatore” di esperienze a confronto che negli anni della vita si ripropongono  ogni volta e ci fanno  risperimentare  “i termini” di questo confronto: lui, lei ( L’Altro ) hanno qualcosa che io non ho: il potere di possedere uno yacht, una villa, un lavoro, un vestito, un bel fisico, un figlio …

L’invidia dunque è quel sentimento che anche quando soltanto ci capitasse di dire: “ma come fa quella persona a permettersi quella macchina lì, ad avere lo yacht, ad essere in situazioni così privilegiate rispetto a qualunque confronto possibile nel sociale ” … ci mette  in contatto con un sentire : una sensazione di limite, un’emozione di frustrazione, di impotenza …frutto di un calcolo ed un confronto che ci vede perdenti, impossibilitati a realizzare l’eguale…  di fatto “invidiamo” ( tra virgolette, per come siamo abituati a parlare ) quello stato di cose che non ci apparterrà mai e che qualcuno invece si può godere. Punto.

Ecco l’invidia tocca queste cose qui.  E’  “sotto” queste cose qui.

in qualche modo l’abbiamo certamente rimossa e nessuno è pronto a dichiararsi “invidioso”.  …  Ma ognuno di noi fa confronti, si è trovato a fare confronti … e dal confronto, quando ne è “uscito male”, ne è uscito con una sensazione, un’emozione e poi con un sentimento che aveva a che fare con una qualche forma di disagio, di dispiacere, di desiderio frustrato impossibile a realizzarsi per noi … così come lo vediamo realizzato “davanti” a Noi.

Ecco qui prendono forma un insieme di riflessioni e ci rendiamo conto di un “sentire” che si può definire “costitutivo” e descrittivo  di questa “parola” che è  l’ INVIDIA.

Potremmo dire che è nel gioco di questi termini di paragone messi a confronto che si fanno spazio, quasi senza accorgersene, stimoli emozioni e sentimenti e pensieri che caratterizzano  l’ INVIDIA .

Se andiamo a vedere nella nostra vita di relazione può succedere nei momenti più banali qualcosa del genere.

Ad esempio ieri in una situazione ordinaria – di ricerca di  un posto dove mangiare – mi trovo davanti un cameriere ( o proprietario ) di età sicuramente prossima alla mia e “tu” ti accorgi che ha un “fisico palestrato” da “fare invidia” – come si dice –   ed allora tu ( che nel frattempo hai gambe indolenzite, schiena che fa male e ti costringe a sederti, per recuperare, quando cammini per più di ogni 400/500 metri ) … ti ritrovi a dire: porca miseria: ad averci anch’io un fisico COSI’ !

Che cosa è successo ? E’ successo che senza renderti conto più di tanto ti sei confrontato ed a quel punto hai provato invidia. Un qualcosa ti ha fatto uscire perdente da questo confronto e ti riporta in un certo senso in contatto con quel sentire profondo di limitatezza o di penalizzazione o comunque di valutazione che magari ingiustamente ci stiamo attribuendo: in fondo siamo responsabili di tutto quello che siamo:  perché anche noi avremmo potuto dedicarci alla palestra e farci palestrati.

Però, nel frattempo, là tu sperimenti un’emozione, sperimenti un sentimento: e il sentimento è quello dell’invidia.

E cioè è un sentimento che, nel bene e nel male, giusto o sbagliato che sia, ci può far star bene o far star male: ci può far sorridere ed arricchire il confronto di altri aspetti e parametri di misura – magari a nostro vantaggio – : ” Ok !… lui è così, ma io ho ben altre cose che lui non ha ” … E quindi uscire da questo confronto con una sensazione di arricchimento. Anche questo è possibile : l’altra persona mi fa capire che è possibile, nella vita, a parità di età, realizzarsi in una certa forma, realizzarsi più o meno con la barba, dar più o meno valore alla salute o all’aspetto estetico… e palestrato. E gestire di conseguenza l’impatto dinamico verso ottimismo piuttosto che pessimismo … in elaborazione più costruttiva che distruttiva … fosse comunque verso l’interno o l’esterno  orientata.

Un problema si pone quando da questo confronto usciamo con sentimenti che   ( sfruttando la frustrazione, l’impotenza e la rabbia – che contattiamo dentro )  ci portano ad una sofferenza più palpabile, cioè una consapevolezza in base alla quale noi desideriamo avere quella cosa: soffriamo, ne soffriamo la mancanza.  ed al tempo stesso proviamo il desiderio che l’altro possa “perdere” quella cosa: qui noi invidiamo  distruttivamente: cioè desideriamo che all’altro possa capitare qualcosa per cui non abbia a godersela…  è un po’ come il bambino che dice: tu hai dato un giocattolo a lui ed a me “no” allora io quel giocattolo lo rompo.

Noi spesso senza rendercene conto siamo su questa lunghezza d’onda a livello inconscio. 

Ecco Queste sono le riflessioni sulle quali potremmo basare i riscontro della nostra  esperienza sul Tema dell’INVIDIA.

Dove e quando mi è capitato … ( ultimamente, dieci anni fa:  ricordo indelebilmente … ) di avere sofferto di invidia nella mia vita … ?

Quando mi sono “confrontato” ( ed ho sofferto ) … ed ho invidiato ?

Ripercorrere la propria vita e la propria storia: per farcene un lettura di “quando, dove e come” sensazioni, emozioni e sentimenti  ci hanno “segnato” e nel Bene e nel Male “scritto” la nostra storia.

Ecco “ripercorriamoci” un po’ … per elaborare, per analizzare che cosa ha stimolato dentro di noi un certo tipo di reazioni  a livello fisico, emotivo ed ha poi  fatto spazio ad un certo tipo di sentimenti. Per scoprire dove l’Invidia ha fatto spazio ad antipatie piuttosto che simpatie, ad accoglienze piuttosto che a rifiuti …

L’insieme di queste esperienze che raccontiamo e confrontiamo ci consentirà, alla fine, di  riconoscerci in situazioni “anche” di sofferenza: situazioni in cui i sentimenti non sono stati così … di agio, ma piuttosto di disagio; non sempre di piacere, ma anche di dispiacere.

Tutto questo ci consente di sciogliere tensioni, di liberare energie, di sgravare  pesi, di parlare di cose che da soli non siamo stati mai capaci di affrontare .

Da questo punto di vista, in un certo senso, diventiamo sempre più capaci di conoscere l’esperienza che facciamo ( spesso subiamo ) di Noi e di capirla, per darcene una comprensione di senso, di spiegazione.

Per uscire dalla confusione comportata da emozioni e sentimenti che abbiamo affrontato sempre da soli, senza l’aiuto di nessuno. 

Non quello dei genitori a Casa. Non gli insegnanti a Scuola. Non è tuttora prevista una disciplina scolastica che “suoni”  EDUCAZIONE  , nel merito.

Noi qui – in questo Salotto – abbiamo iniziato a parlare dell’esigenza di questo aiuto, a portare un contributo ed una proposta  che abbiamo chiamato

ALFABETIZZAZIONE .

Ce lo chiede La  MISSION  che serviamo . . .

con l’AMORE  e la  DEDIZIONE  di  SEMPRE.

   A D     M A I O R A      !    !

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