Sentimenti In Salotto : L’ EMPATIA – lunedì 30 SETTEMBRE – ore 21

 

     In un mondo che sempre più scopriamo  falso e bugiardo, perché manipolato, fin dai banchi di Scuola, da Sistemi di Potere e Religioni – in reciprocità informati, collusi e funzionali – forse l’ EMPATIA  (come coincidenza di un sentire ad un livello anche più alto dei livelli comunemente intesi/fraintesi propri dello spirituale ) trascende tutto ciò che di sensibile e materiale colleghiamo all’esperienza umana e si presenta come un sentimento “chiave” … di lettura, di ricerca, di verifica della verità … perché ” coincide “, “in Verità”, tanto nel Sentire come nell’essere dell’esperienza umana stessa: laddove nessuna manipolazione può essere data, nemmeno quella dei calcoli del proprio pensiero necessariamente razionale.

Empatia come verità dell’essere e del sentire proprio in quanto coincidenza di questo sentire all’interno del rapporto intrapersonale ed interpersonale, ovunque posto e dato.

“Sentire”, in questo caso, che non ha bisogno di esperienze da mettere a termini di paragone e confronto, proprio perché l’Empatia è una esperienza intuitiva, propria dell’esserci – in coincidenza di sentire – inequivocabilmente registrata.

“Tertium non datur”:  avrebbero detto i Latini.

Volendo significare che non c’è spazio per domande … tipo: Provi anche tu quello che provo io ?

L’Empatia la definirei la certezza della “umanità” coniugata in reciprocità e circolarità di sentire !

Empatia – scopro – quando il piacere dell’altro è già il mio piacere … così come il dispiacere dell’altro già piange, dentro di me, come sentimento di sofferenza in condivisione di “Idem sentire” ( come direbbe Berlusconi vivente )

C’è “umanità” che si scopre “Una”, nell’Empatia, perché questo coincidere di sentire ci fa riscoprire – senza tema di smentita o di dubbio – tutto ciò che di “condivisibile” è possibile condividere: ce lo ritroviamo “già condiviso” by-passando, quindi, ogni sforzo di comprensione del cuore ( che tra l’altro NON ha bisogno di sforzi o pressioni da parte di calcoli mentali, perché la “comprensione”… “già c’è”), o sforzo di ragionare da parte del cervello, che spesso, in ascolto di informazioni diverse da sottoporre ad analisi – perché funziona così –  ha bisogno di disquisire, di confrontarsi e spesso di equivocarsi … o spendersi in malintesi.

Un sentimento più degli altri difficile da riconoscersi  dentro, cognitivamente, quello dell’EMPATIA, proprio perché non siamo per nulla abituati a riflettere sul nostro sentire per valutare: quale agio o quale disagio, quali accettazione o rifiuto, quale fiducia e/o quale sfiducia, a confronto e coinvolti con l’esperienza dell’altro, ci regalano le Constatazioni frutto della naturale analisi che in qualche modo ci pensiamo addosso. 

Là dove l’Empatia si pone come diapason che realizza coincidenza, ed intuizione, e consapevolezza di sentimento a fotocopia risonante per le parti sollecitate e non fa porre interrogativi ai Soggetti circa improbabili “perché”…

… quasi “entanglement” quantistico fuori dallo spazio-tempo, di punto zero, tra particelle del mondo subatomico di cui proiettiamo, da “umani”, visione duale.

Correlazione a distanza che fa dedurre che la distanza non c’è e che la realtà non è “locale”( ed infatti siamo ad un livello psichico non collocabile se non in un Oceano inconscio transpersonale, non localizzabile per vibrazione e frequenza che pure nel “qui ed ora” ci esprimiamo ).

(  Riporto a “pro-memoria” da WIKIPEDIA :

Poiché lo stato di sovrapposizione quantistica risulta indipendente da una separazione spaziale , di sistemi o sottosistemi, l’entanglement implica in modo controintuitivo la presenza tra essi di correlazioni a distanza e, di conseguenza, il carattere non locale della realtà fisica )

Empatia è dunque quando, pur non ancora calato in toto nei panni dell’altro, Tu, per una tua dimensione vitale naturale, Sei già nei suoi panni e risuoni in te tutto ciò che l’altro in contestualità, in qualche modo, sperimenta: in piacere o dispiacere, in soddisfazione o insoddisfazione, in dolore e sofferenza o gioia, in tristezza o contentezza.

L’empatia, quando la sperimentiamo, ci caratterizza come individui pronti a riconoscersi ed amarsi nell’altro … e “quanto” siamo naturalmente predisposti a questo modo di essere ( e di sperimentare ) ci fa sentire la pace, ci fa sentire l’equilibrio, ci fa sentire la capacità di rapporto umano ovunque esso ci sia dato di realizzare come vissuto, in parole povere: ci fa sentire l’Amore.

Non è l’empatia un sentimento che si possa comprare al supermercato o che si possa in qualche modo imparare a scuola come Educazione ai Buoni Sentimenti … Semmai è una dotazione naturale che può avvertirsi ed esprimersi in Arte, dentro ciascuno, per essere, in conoscenza e consapevolezza di sé, educata in crescita e “verifica” di sensibilità “educata”.

Essa si può cogliere dentro la persona  quando la stessa realizza – in accordo intelligente tra Mente e Cuore – che può comprendersi nell’Altro come capacità di identificazione impostata in modo tale da compiacersene e farsene, al tempo stesso, condivisione di apertura, di accoglienza,  di compiacimento ed accettazione … qualunque sia, nell’Altro, la dimensione in quel momento sofferta, ovvero parimenti gradita.

Si è fatta spazio, l’Empatia, nel caso della mia esperienza personale, in situazioni le più imprevedibili:

ad es. … quando sere fa, di fronte ad una macchina della polizia che, in servizio, rallentava … per meglio individuarmi al buio, solitario in un posto insolito.

La cosa mi vedeva pronto ad un saluto, anche con proposta di scambio: il dialogo che ne è scaturito è stato quello di chi si metteva nei panni dei due delle Forze dell’Ordine, vigili  nel Servizio e dediti a trascorrere una notte di impegno, di lavoro e quant’altro in situazioni anche ansiogene, per la “vigilanza” comunque chiamati a portare, a protezione di sé … e poi di “altro” e di altri.

Mi sorprendeva non poco la battuta del poliziotto che ad un certo punto se ne esce compiaciuto: Certo che con Lei si starebbe a parlare tutta la notte.

Vero che mi ero qualificato come psicologo “sempre… in servizio” ( pronta battuta: “anche con loro”, al presente … ) ed è chiaro che ne scaturivano argomenti del tipo : ce n’è tanto bisogno coi tempi che corrono, le cronache dei giornali … anche un nostro collega ha tanto bisogno … ma “non ne vuole sapere” … 

Empatia è guardare il barbone con la simpatia del cuore e col sorriso: e quando anche lui non ti sorridesse tu sai che, nel suo cuore, sorride.

Empatia è guardare l’ambulanza ferma sotto una casa e sentire che il paziente, così come il volontario della Croce Rossa, sei stato nei tuoi vissuti anche tu, da una parte e dall’altra… ed in ogni veste ti ci rivivi, e ti ci rivedi … e senti e ripercorri in un momento, in un attimo, tutto l’impegno tutto l’intento, tutto il desiderio di bene che ciascuno, in cuor suo, desidera e si propone vedere realizzato.

Empatia è quando al supermercato tu vedi la madre che compra a richiesta del bimbo qualcosa … e nel bimbo, nel capriccio o nella contentezza ti ci rivedi, ti ci ritrovi … così come ti rivedi anche nella parte della madre … ad amministrare emozioni e sentimenti che anche tu hai a tuo tempo … subìto.

E la sensibilità è quella di ognuno di Noi: che ha un desiderio da realizzare, un bisogno da soddisfare.

Ed ognuno di noi è in Empatia: col desiderio che l’altro realizza, col desiderio, condiviso, di bene.

E’ il desiderio di amore, di pace, di comprensione, di supporto reciproco e circolare: quel sentire che fa dell’empatia il sentimento del cuore.  ( … quello che ti fa abbracciare fuori da ogni convenzione, anche una persona sconosciuta … senza sapere perché ).

Empatia quando il cane che ti abbaia con violenza s’accorge che tu ti avvicini senza paura … ed allora prende ad abbaiare anche più forte … e tu gli cominci a parlare, con voce calma e sussurrata … parole d’amore:

” Stai tranquillo, ok, stai facendo il tuo lavoro e lo stai facendo bene … ma ora i tuoi padroni ti hanno sentito …E tu hai svolto il tuo compito. Ti puoi fermare, ti puoi riposare … ed io ti voglio bene. Tu lo sai: non mi hai spaventato, offeso … ed Io so di non volerti offendere… “.

Ed allora il cane all’improvviso tace, e ti guarda un po’ strano, e poi abbaia ancora … per poi definitivamente smettere di abbaiare. E si guarda indietro da dove è venuto, si riavvia da quella parte … e tu che continui a mandargli parole di comprensione, di lode, di dono di importanza, di accettazione, di voler bene.

Empatia dunque con l’essere vivente animale che più di un essere umano può sintonizzarsi sulla tua stessa lunghezza d’onda e Vibrazioni Vitali … può coglierne la quiete e la pace, e poi, di conseguenza, sintonizzarsi su quella Quiete, su quella Pace … fino anche a farsi accarezzare, scodinzolando.

Sintonizzarsi in empatia tra esseri umani (che pure l’ hanno in qualità potenziale o reale ) può apparire un po’ più difficile.

Proprio perché l’essere umano, di fronte al sentire delle sensazioni corporee e delle reazioni psichiche ( ovvero delle emozioni pure ), è pronto con il suo cervello (che è impostato, secondo pregiudizi propri della cultura e della storia personale) a farne un “filtro” che non sempre è capace della “stessa” decodifica di fronte allo “stesso” stimolo.

Tuttavia la sfasatura di significato che ne consegue è aggirabile quando l ‘Una parte si propone, in consapevolezza, di farsi interprete, per l’una e per l’altro, di “quell’aspetto” della dimensione sentimentale che si scopre, “dentro”, di analogo e coincidente, per qualità e valore … o semplicemente si realizza come consapevolezza di Bene, propensione a riconoscersi e ad accogliersi in un sentire più evoluto, più educabile e/o più educato.

La mia esperienza del Sentimento dell’Empatia mi rimanda ad un episodio che mi ricorre quando sono in macchina:  Sono in viaggio e m’ accorgo che ho una macchina, dietro, che non mi può superare e mal mi sopporta, perché vado piano, magari semplicemente per rispetto dei limiti di velocità.

E tuttavia la macchina che ho dietro “preme” per la sua fretta di andare … ed io mi scopro a sentire “quanto” mi vedo in quella veste anch’io … che allo stesso modo, magari con minore frequenza, tuttavia a volte, avendo fretta, mi trovo nondimeno davanti qualcuno che va piano … e mi ci rivedo: sono “Io” quel Qualcuno.

Ed allora, lì : Ecco l’altro Claudio ! … ecco l’altro Me che, nei vari ruoli, nelle varie ferite, si recita una propria parte: … “ma chi me l’ha mandato questo davanti … !”…

Ovvero: “ma chi me l’ha mandato questo di dietro … ! “

Sei tu ! !

Tu che, a turno, ti poni e ti proponi nell’uno e nell’altro “modo” !

Esserne consapevoli, avere comprensione, favorire in questo senso l’ aiuto all’altro perché si risolva in sorpasso, o viceversa aspettare fiduciosamente che l’altro, ad un certo punto, si risolva in comprensione e ti faciliti … Ecco qui si gioca tutta la consapevolezza del Sentire Empatico.

Sentire Empatico come “capacità di mettersi nei panni dell’Altro”… percependone gli stati emozionali,  comprendendoli … in identificazione e coincidenza … e raccogliendone  Emozioni e Sentimenti in una autentica naturale intuizione che costituisce – ed è – il Sentimento dell’Empatia ( potremmo aggiungere: in “appercezione” di sé ).

Empatia che potremmo qualificare come Dono del Cuore.

E l’Empatia è il Sentimento che ci possiamo raccontare stasera.

Quando o dove – ecco la domanda – tu ritieni di esserti vissuto in Empatia. Verso chi o cosa hai provato questo sentimento secondo il significato che tu attribuisci alla “parola” EMPATIA.

Cosa vuol dire per Te. Con quali emozioni ed altri sentimenti la associ, la riconosci collegata, ti risulta sperimentata.

Parlare delle nostre esperienze ci consente di sommare conoscenze, ordinarcele ciascuno per sé, farcene una consapevolezza integrata.

La riflessione aggiunta su quella consapevolezza ci consente di dedurre per noi, ed esportare verso altri, che ci stanno a cuore, magari in EMPATIA, i vissuti che siamo motivati a rappresentare, a condividere.

Con il desiderio e la certezza di essere progressivamente più capaci di GESTIRE … quelle Emozioni e quei Sentimenti, quel MONDO EMOZIONALE di cui non ci hanno mai parlato, Né a casa Né a Scuola.

Quel MONDO EMOZIONALE che ci ha visto ” lasciati SOLI ” a … ” FARCI  I  CONTI ”

– tra Repressioni e Rimozioni – con una esperienza ” FAI DA TE ” ! … che prosegue … che ci vede ORA , qui in Salotto, a parlare :

   

   di     PALESTRE EMOZIONALI,

   

   di     EDUCAZIONE delle EMOZIONI e dei SENTIMENTI,

   

   di     MISSION  di  ALFABETIZZAZIONE ….                                                                                                                                                                      … ( per le Genti del Mondo )

           

              A D      M A I O R A    !   !

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