Sentimenti In Salotto : L’ AVVILIMENTO – lunedì 15 aprile – ore 21

 

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A chi non è capitato di ritrovarsi demoralizzato, sconfortato, scoraggiato ma anche prostrato, perso d’animo, distrutto … a rischio di perdita di autostima … Per non parlare di aspetti depressivi favoriti dalla delusione.

Che cosa ti è successo ?

È successo che avverti quel senso e sentimento di sconfitta per una cosa per la quale ti eri prodigato, con impegno personale di energie materiali e morali, risorse personali, buona volontà e tuttavia non sei riuscito a conseguire l’obiettivo desiderato ed allora ti senti sconfitto, ti senti fallito. E non ti senti bene: ti senti AVVILITO !

Nel campo poi delle relazioni umane nelle quali tutti siamo immersi quotidianamente l’esperienza dell’avvilimento può assumere forme più intense ed importanti nella continuità, ad esempio, di un ambiente di lavoro, di famiglia, quando ci si rende conto che non c’è nulla da fare per quanto riguarda un rapporto affettivo al quale si teneva,  perché ti ritrovi costretto a tirare delle somme in negativo ( ed ovviamente il partner, l’altra persona, dall’altra parte sta facendo lo stesso ).

Sei avvilito quando pensavi di superare un esame e non ce l’hai fatta. Eppure avevi studiato e ti aspettavi che le cose andassero in modo diverso. Non è stato cosi e magari non è la prima volta. E allora l’avvilimento è anche maggiore.

Una questione di fortuna come di sfortuna: come che sia, tu la prendi male. E per questo ti senti non solo dispiaciuto, ma anche deluso, e qualche volta te la prendi con te stessa: ti rimproveri qualcosa o vai a cercare qualcosa da rimproverarti. Ecco qui sei nell’avvilimento più assoluto.

Ma sei avvilito anche quando per l’ennesima volta subisci una scenata di gelosia e tu senti di non meritare questo, e non sai come prenderla; o non sai come poter modificare questo stato di cose che da un lato ti offende, dall’altro ti fa stare e sentire impotente a trattare la nevrosi del partner. Chiunque esso sia.

Avvilito è anche quando ti senti rifiutato. E tu non te l’aspettavi. Può essere una dichiarazione d’amore, può essere un qualunque tipo di aspettativa frustrata, può essere un incidente che proprio non ci voleva in questo momento della tua giornata e così via.

Un incidente di percorso che proprio non doveva capitare in questa situazione, in questo momento: una spesa imprevista, un calcolo sbagliato su soldi che ti dovevano essere restituiti e che non arrivano. Frustrazione, impotenza ed anche rabbia ti prendono e ti mettono in una condizione che sa di anticamera di depressione.

Avvilito è anche quando non sai cosa fare per cambiare uno stato di cose in generale, per modificare qualcosa che senti non è giusta e tu non riesci a trovare la strada, il modo per modificare ciò che non ti sta bene.

Sei avvilito quando ti accorgi che per l’ennesima volta hai dimenticato il pentolino sul fuoco, hai “bruciato” il pentolino sul fuoco … o che si è fatto sera ed hai dimenticato di stendere i panni della lavatrice della mattina, oppure è l’ora di chiusura dei negozi e tu dovevi comprare qualcosa da mangiare. 

E concludi che la memoria non è più “quella di una volta” !

Ma lo sei – avvilito – anche quando hai dimenticato un appuntamento a cui tenevi: semplicemente te ne sei scordato ! – E allora ti interroghi su “che cosa” l’inconscio come messaggio ti manda: hai “rimosso” perché probabilmente, a livello profondo, inconscio, c’è qualcosa che rifiuti … ?

Ed allora quella sensazione di sconfitta, quel dispiacere per questo fallimento, diventa avvilimento:  perché “subiamo” o ci ritroviamo a concludere negativamente su un qualcosa di certamente non desiderato per l’investimento affettivo che siamo stati motivati a produrre.

La cosa può riguardare un docente alle prese con un discente che ha serie difficoltà ad apprendere e quindi fa esistere tutti i limiti propri della situazione per la persona docente, ma può essere un genitore alle prese col figlio ( magari quello stesso discente a scuola ) per il quale non si schiodano situazioni di comportamenti difficili da gestire, limitanti ogni buona volontà che  ( auspicabilmente )  ricorra   dall’una e dall’altra parte.

Un dipendente che si vede costretto a licenziarsi per cause d’ambiente, in un posto di lavoro cui teneva e che però si vede in qualche modo ricattato a servire in maniera non  tollerabile dalle proprie valutazioni etiche o quant’altro.

Penso a quanti di noi sono stati ricattati in clima di pandemia sul posto di lavoro con vaccinazioni e tamponi imposti e quanto avvilimento ci possa essere stato – da condividere in merito – circa le decisioni da valutare e da prendere o contestualmente alle stesse, quando prese.

Ma penso anche a quei medici complici del sistema che si possono ritrovare, col senno di poi, a rendersi conto con avvilimento e senso di colpa (da non ammettere e quindi impegnati a “rimuovere”) per tutto ciò che hanno causato di effetti avversi ed a causa di comportamenti non eticamente corretti e nemmeno deontologicamente ispirati.

Su questo io mi sento particolarmente avvilito.

Avvilito ti senti quando le hai provate tutte per ottenere un obiettivo e ciò nonostante non ce l’hai fatta.

E sai che non ti devi rimproverare nulla perché tutto quello che avevi e potevi mettere in campo ce l’hai messo.  E ciò nonostante non sei riuscito a raggiungere l’obiettivo che ti eri proposto e quindi ti ritrovi alle prese con la frustrazione, Il dispiacere, l’aspetto depressivo connesso, quasi di rimprovero mentre ti dici: Ma con chi/ cosa me la devo prendere e perché mi debbo rimproverare ?

A me è successo quando dovendomi trasferire da Lodi a Montichiari e avendo indicato sul navigatore la via che ovviamente mi risultava la migliore, la più diretta, la più veloce mi sono accorto che lo stesso navigatore mi costringeva a ripiegare verso nord, verso l’autostrada da Milano per Brescia, Per poi riscendere e giungere a destinazione.

E dove ho provato a correggere il tiro cammin facendo, in itinere, di fatto ricorreva  lo stesso tipo di meccanismo. Allora cominci a renderti conto che – non conoscendo la zona – devi pure accettare la supervisione di questo sistema di navigazione: e mentre giri in tondo e scopri di perdere tempo … ti viene anche il sospetto – anzi la certezza – che forse però qualcuno, sulla tua pelle ( leggi portafoglio ) ed alle tue spalle abbia fatto sì che un accordo misterioso corresse tra chi gestisce… il navigatore e chi gestisce le autostrade … perché la differenza era esattamente “€ 16”, da pagare, rispetto al gratis che mi comportava  il viaggio così come programmato. Allora ti senti impotente, scoraggiato, avvilito appunto, perché nonostante la buona volontà e calcolo intelligente DEVI SUBIRE ! non hai il potere di opporti: ti devi arrendere sconfitto … con tempo e soldi persi … e NON perché : “piove … Governo Ladro” – …

NO: perché E’ IL SISTEMA CHE CI GOVERNA  che: … “E’ ” LADRO !

Ma avvilito ti puoi sentire anche quando ti metti d’accordo con un amico con precisione e chiarezza per quello che tu puoi esprimere e poi scopri che l’altro “non ha capito”,  oppure  che tu “non ti sei spiegato” a sufficienza e comunque l’appuntamento, un treno, una pizza, quant’altro è saltato.

Avvilimento è anche quando ti senti “preso in giro” ( meglio dire TRADITO ) per aver dato il voto ad un candidato che ti ha promesso, da “eletto”, avrebbe rispettato i programmi per cui l’hai votato e poi ti accorgi che queste promesse Non sono rispettate.

E può valere per un partito politico, per un sindacato: non cambia nulla.

Una persona promette, dà una garanzia: Tu dai il voto e comunque sostieni, appoggi la sua causa fatta propria e poi questa causa te la ritrovi tradita. Ed allora deluso, avvilito per accordi “mancati di rispetto”, ti chiedi: dov’è che ho sbagliato a dare fiducia alla persona “sbagliata” ? … E può valere per una promessa fatta in Chiesa, per un accordo d’affari …

Per non parlare poi in tema METEO quando a tradimento di ogni previsione UFFICIALE tu t’aspetti il bel tempo e invece ti piove in testa … ed ovviamente non hai portato l’ombrello. Ed allora ti chiedi come ci si deve comportare rispetto a certi sistemi che ancora una volta recitano la loro parte ma per tua esperienza, col senno di poi, non sempre questa parte è affidabile. E tutto concorre ad … ( leggi: AVVILIRE )

Perché ti accorgi che nella vita sociale ricorre il “problema” dove, in qualche modo, tu ti sei organizzato per avere dei riscontri e quei riscontri non sono in linea con tutta la buona volontà della tua organizzazione … e allora ti ritrovi a dover mettere in conto che per quanto tu ti voglia significare coerenza, rispetto, precisione eccetera …tuttavia non sempre questo corrisponde alla possibilità del reale … e c’è uno scoraggiamento di fondo che ti pervade.

Lo chiamiamo volgarmente un Sentimento di AVVILIMENTO.

Ecco gestire questo sentimento presuppone una elaborazione … ” della serie “…

Cioè una elaborazione che ci faccia riconoscere dove e come sperimentiamo “un’emozione” e sperimentiamo “un sentimento”; … e “dove” e “come”, mettendola a confronto con mille altre volte – perché “riconoscendo” lo possiamo confrontare – possiamo allora dedurre – in ragione dell’esperienza – Quale può essere la migliore gestione che non ci faccia rischiare di ritrovarci più avviliti del punto di partenza a confronto “prevedibile” e quindi – perché no – diversamente gestibile.

Le esperienza emotive di Frustrazione e Dispiacere, poi,  concorrono, sommate con ogni altra emozione annessa e connessa, a produrre questo sentire-mentale che è il sentimento dell’AVVILIMENTO.

Potercelo dire, potercelo raccontare può fare la differenza per trasformare il SUBIRE in GESTIRE.

Siamo qui per questo. Per confrontare le nostre esperienze della “parola”, per dare un significato o ricercare un valore condiviso, per farcene una conoscenza attraverso la somma delle esperienze dei nostri racconti, per farcene quindi un dato di “know how” per sapere “come uscirne” … quantomeno – ( avendo messo in conto sensi di frustrazione e di, appunto, sentimenti di  avvilimento ) – non pagare un prezzo così alto ma contenerne gli effetti ed anzi, paradossalmente, potersene fare anche una ragione di “humour” con l’interlocutore,  con te stesso,  con “chicchesia” .  Così sia !

E così all’infinito.

Facciamola Allora “Noi”, con i nostri racconti, una lista di esperienze che rappresentino, nel loro insieme, una descrizione di questo Sentimento dell’ AVVILIMENTO.

Abbiamo bisogno di parlare delle esperienze che ci emozionano: abbiamo bisogno di riconoscere i sentimenti che prendono forma e parole nella mente per farcene Attori “diversi” nella loro gestione : più liberi e consapevoli e responsabili in quell”agire che ci riguarda direttamente come persone, figli, genitori, nonni … immersi nella problematicità delle relazioni umane.

Così anche questa volta avremo parlato di emozioni e di sentimenti. Ci saremo costruita una conoscenza allargata sull’argomento di turno, su questo mondo così sconosciuto e così direttamente sperimentato e così difficile da raccontare anche a noi stessi.

PERCHE’  DA  NESSUNA PARTE  – NELLA  NOSTRA  VITA  –  QUESTO

MONDO  EMOZIONALE   E’  STATO  –  CON  SISTEMATICITA’ –  FATTO 

OGGETTO  DI  ATTENZIONE … FATTO  OGGETTO  DI   E D U C A Z I O N E  …

NON  A  CASA   –  NON  IN  CHIESA  –   NON  A  SCUOLA  !  !

NOI  QUI   LO  FACCIAMO …

E  LO  FAREMO  NELLE  PALESTRE   DI   EDUCAZIONE   EMOZIONALE .

 

A D    M A I O R A      !   !

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