Sentimenti In Salotto : L’ ADORAZIONE – lunedì 4 NOVEMBRE – ore 21

 

la prima cosa che associo e ricordo – avvicinandomi alla parola ADORAZIONE – mi riporta indietro ai tempi del catechismo ( si chiamava così, all’epoca, l’educazione religiosa prevista in parallelo a quella della Scuola ).

l’Adorazione quindi come pura parola teorica e pratica messa in campo senza un minimo saper elaborare “cosa” e “perché”, all’età di 6 anni.

L’Adorazione … che definiva ed interpretava un silenzio di preghiera da recitare in ginocchio rivolti all’Altissimo presente in chiesa sull’altare – la luce rossa accesa di presso –  … si chiamava più propriamente “adorazione eucaristica” ( con il tabernacolo stella polare ) ed era spesso accompagnata da preghiere e canti: e dunque un vissuto di tempo circoscritto, di riflessione e pensiero reverente “dedicati” al Signore, a Dio ( … così, a memoria, ricordo ci veniva commentato ) da Cui aspettarsi Grazia e Benedizione.

Un vissuto di prima esperienza qualificabile come spirituale per la speculazione intelligente consentita dall’età.

Poi, ecco il linguaggio comune, il linguaggio corrente: … quante volte abbiamo ascoltato, nella recita di una “parte”, in un film ( cinema o TV ), l’attore o attrice dire: ” ti adoro”  … verso il partner in una scena sentimentale o un contesto qualunque, collegato però ad una situazione di massima gratificazione, consapevolezza, convinzione … da “riconoscere” con quella Parola, con quel Sentimento.

E … sempre “recitata”, ricordo l’espressione “caricata” di lui ( o forse più spesso di Lei ) che dice “io addoro … ” … e non ricordo più che cosa ( ma poteva essere la pappa col pomodoro, la lasagna alla bolognese, la musica di Wagner , le fusa del micio … il pappagallo di casa … ).

Aggiornati al presente : Adoro il riso ai tartufi, adoro quel vino lì, Adoro la bellezza di quella musica lì, di quel quadro là … in sintesi : ” Io adoro l’esperienza di quel piacere lì ” magari in pantofole, davanti al camino con un sigaro toscano tra i denti.

Ecco: questo sentimento dell’Adorazione me lo collego all’esperienza di una bellezza già sperimentata da godere, di un desiderio appagato in soddisfazione ( … a coinvolgere tutta la persona) che fa spazio – a mio parere – a questo sentimento sottolineato, ricercato , riproposto … che credo in un certo  senso faccia  da “minimo comune denominatore”, poi, ad una esperienza di sentirsi “in adorazione” verso l’oggetto di piacere e di richiamo di turno.

Personalmente tuttavia la parola non ricorre tra quelle in uso presso il mio vocabolario … parlato. Forse perché non ho mai provato desideri così forti, piaceri così forti … da continuare a ricercarli in nome dell’adorazione e così via discorrendo.

La riflessione che faccio, dunque, è che certissimamente “per” questa parola ” ADORAZIONE ” – nell’espressione comune “Io adoro”- che ricorre in qualche modo nella mente, nei luoghi comuni del pensiero, si debba intendere un particolare forte forte desiderio volto a realizzarsi in soddisfazione, in piacere. E certamente un piacere che non può non partire dai “sensi” nella naturale percezione degli stimoli che la persona realizza ed a cui risponde in “adgredior”… attivando cioè la sua azione, in risposta  all’esperienza del proprio ambiente.

Realizzare soddisfazione di bisogno e di desiderio, registrare in proporzione un “grande” piacere, innesta un circolo virtuoso (o vizioso): il desiderio si rinforza, diventa più grande. Ripercorrerlo in riconferma di soddisfazione  apre la via, per la mente, al sentimento, appunto, dell’adorazione.

Ma che cos’è allora l’adorazione, per me: è per caso il sentimento della passione portata al massimo grado, il sentimento dell’amore che da una dimensione divina si fa umana  ? 

Ecco tante possono essere le declinazioni di questo sentimento attraverso la parola che lo esprime: Adorazione… del Divino, Adorazione dell’Umano che viene innalzato al Divino, del Divino che riconosciamo incarnato in una persona … : … emozione dell’innamoramento e del piacere che si trascende in sentimento d’amore e diventa qualcosa che nel pieno dell’esperienza materiale diventa “ispirata” e … spirituale.

E che dire della esaltazione dei sensi che – come troviamo in letteratura – fanno dire : ti adoro.

Adoro il tuo odore, Adoro il tuo sapore, adoro tutto ciò che mi rappresenta lo svolgimento della tensione materiale e psichica che approda al sentimento, alla contemplazione della bellezza … all’adorazione.

E può essere la bellezza della natura, può essere la bellezza della cultura : … adoro leggere libri, adoro fare o contemplare la mia collezione di francobolli, di farfalle. Adoro quello sport, adoro quella musica, adoro quella particolare percezione di pace ed armonia dei sensi che …colpiscono e sorprendono la vista, l’udito, il tatto, il respiro e l’odore.

Ed allora tutto si fa misteriosa realizzazione di una soddisfazione: del desiderio che si ritrova soddisfatto, ed esaudito, e spinto oltre la ordinaria dimensione che definiamo “normale” … che diventa momento vissuto come  straordinario di quel “sentire”.

Ma, al tempo stesso, dato che la dimensione sentimentale comporta un’attività mentale su tutto ciò che ci precede in sensazioni corporee, in reazioni psichiche (ovvero emozioni) … Allora questo sentire mentale, questo sentimento che definiamo ADORAZIONE diventa espressione e significato di un qualcosa che va a completare tutto ciò che di forte ci emoziona , ci prende, ci strugge … ed al tempo stesso ci placa, ci calma.

Quindi la valutazione: il piacere nella soddisfazione che si fa piacevole contemplazione, piacevole consapevolezza di Valore.

E, da lì, anche consapevolezza di Valore alto “divino” che va oltre l’umano … quasi Anticamera dell’estasi … se lo volessimo ulteriormente proporre… diversamente prospettare e percorrere.

E’ … l’esperienza del corpo che passando attraverso la riflessione della mente riscopre l’Anima, ritorna Spirito, diventa Coscienza. Diventa qualcosa, cioè, che non ha più bisogno di parole o della “parola” per potersi pensare, e definire, riflettere … ma semplicemente diventa Meditazione, diventa vuoto mentale … azzeramento di pensieri.

Diventa Accoglienza piena e totale di un sentimento e … poi, “perdita di questo stesso sentimento” … diventa salire i gradini della consapevolezza per ritrovarsi in coscienza: Coscienza di Essere ! … in uno spazio vuoto, senza tempo, leggeri e sollevati dai pesi del mondo: la dimensione energetico-sottile che si sublima dal condensato materiale organismico e si apre alla dimensione transpersonale, trascendente la Persona comunemente intesa ( cioè, in uno stadio  della coscienza personale) oltre la dimensione dell’ Io.  ( mi richiamo qui alla Psicologia Transpersonale, che studia gli stati di evoluzione della coscienza oltre la dimensione dell’io Persona).

E’ forse in questa dimensione spirituale che si può porre  l’adorazione quasi Anticamera di questa trascendenza… che può diventare sollievo ed Estasi, liberazione e Bellezza: Felicità dell’ ESSERE !

Adorazione diventa allora anche quel momento in cui la persona resta incantata …

… e mi chiedo ancora, a questo punto: che cos’è allora l’ Adorazione, per me,  “dove” “quando” io ne ho fatto, vissuto, l’esperienza – nella mia vita di  relazione – di questo sentimento.

Torno ai banchi delle elementari: il primo anno.

Ricordo la mia maestra. una giovane maestra.

Io ricordo che restavo “incantato” ( innamorato direi oggi ): restavo in adorazione: la contemplavo, la guardavo, sentivo uno strano piacere/desiderio ( oggi parlerei di regressione simbiotica ) : …  era un’esperienza, un qualcosa che sapeva di pienezza, che sapeva di bellezza, che sapeva di conforto materno … sapeva di quella accoglienza rassicurante propria dell’esperienza materna.

Dunque qui, se mi metto a riflettere un poco, credo di potermi riconoscere il valore di questo sentimento che mi ha portato “si” ad amare la scuola … ma per il tramite di quella  persona: cioè, in verità, attraverso l’esperienza di desiderio ed adorazione per quella maestra. Adorarla e riconoscere in lei tutto quello che presumibilmente da molto più piccolo riconoscevo a mia madre: un potere di seduzione, un potere di incantamento, un potere di fare star bene, di grande grande piacere, un potere da desiderare … in identificazione di onnipotenza … e ad oltranza … il Potere di avere un POTERE !

Qui ( Lì ) l’ Adorazione si confronta, si misura, si fa carne, si spende in un primo pensiero: desiderio  di avere la tua attenzione,  di essere nella “tua” attenzione …  l’adorazione quale desiderio di essere la “cosa adorata”, di perdersi in essa …di fondersi nell’oggetto adorato.

Nella Chiesa fin da “piccolo”, insieme a Comunione e Cresima, mi hanno proposto l’adorazione del Santissimo: presenza “offerta” della  propria persona “presa”, concentrata in attenzione sacra, dedita al silenzio della contemplazione ma anche in ascolto di sé, introspezione, coscienza che apre all’Uno con il Divino.

Da “grande”, poi, quando si è presi o affascinati da qualche persona (non necessariamente oggetto del desiderio o dell’innamoramento, dell’amore … ma semplicemente una persona di cui apprezziamo le qualità, le doti eccetera …) allora lì possiamo restare in ammirazione adorante, in apprezzamento  di quella cosa che ci richiama e ci fa riconoscere Valore, ci incanta e ci fa restare ad ascoltare: …può essere un cantante, può essere ” l’ Idolo “del momento, da questo punto di vista, può essere l’artista – in ogni caso – che producendo la sua opera d’arte fa registrare ammirazione, fa registrare desiderio di prolungare quel momento di contemplazione … penso alla Gioconda al Louvre di Parigi, penso a qualunque opera d’arte che ti incanta e ti fermi a guardare … ed in un certo senso sei in adorazione: dove i pensieri non si rincorrono più ( non hanno più bisogno di farsi forma …) si ferma dunque la mente, palpita il cuore.

Personalmente non ho confidenza più di tanto con la “parola” Adorazione perché non ricorre – come ricordavo sopra – nelle parole del “mio” vocabolario, cioè le tante parole di cui faccio uso. La so riconoscere, sto provando a commentarla, ma non me la riconosco nel linguaggio comune: della serie : mi piacciono delle cose ( come a parole “esterno” in certi momenti della mia vita ) ma NON ne dipendo al punto da riconoscermici in adorazione.

Certamente posso essermi fermato a contemplare – ed in un certo senso a sperimentare – una dimensione sentimentale prossima al sentimento dell’adorazione: là dove ho sperimentato il piacere della bellezza di un tramonto, di una natura, … il romanticismo di certi momenti, tutto ciò che costituiva in dati momenti, ambienti … quel certo insieme di stimoli.

Quindi adorazione della bellezza della natura, adorazione della bellezza della cultura … intese  come coscienza di essere in presenza di un valore che, dall’emozione che ci fa “provare”, dall’esperienza che ci fa “sentire”… comporta un qualcosa che trascende l’Umano e ci esporta verso il Divino.

Continuando però a riflettere sulla parola e su questo sentimento ancora la memoria mi porta indietro, al tempo della giovinezza, quando ho vissuto la prima esperienza sessuale  in un contesto di grande soddisfazione, di grande piacere, di grande consapevolezza …di liberazione. Ecco lì qualcosa sapeva di adorazione.

Adorazione verso l’altra, forte di riconoscenza e gratitudine per lo star bene in ragione del Dono ( che ancora oggi posso definire “di amore” ) per l’esperienza orgasmica condivisa. 

Forse quella consapevolezza del vissuto come “grande dono”, la riconoscenza per l’esperienza gratificante – quasi Grazia di Dio – mi accendevano in termini  che – col senno di oggi – potrei definire di adorazione.

Ora credo sia una bella sfida qui, stasera, provare ciascuno a vedere dove può essersi “ascoltato dire”  la parola “adoro” a vestito di una propria esperienza sentimentale, riconoscibile o riconosciuta come Adorazione. Dove analogamente può aver ascoltato ( quando … da chi …) la parola : “adoro”.

Ecco farcene un racconto di queste eventuali esperienze: da recuperarsi ciascuno con più o meno facilità, con più o meno fatica … nella sfida che raccogliamo sull’elaborazione di questo sentimento, sulla trattazione di questo tema: la parola ADORAZIONE.

Che è il tema del Salotto di questo lunedì 4 novembre.

Proviamoci perché – ora che ci penso – all’interno di questo salotto ed all’interno di questa Mission … Ebbene sì , io, provando a cercarla, un’adorazione la trovo.

Provo adorazione verso tutto ciò che la Mission incarna, verso tutte le persone che mi consentono, col dono della loro presenza, l’ esperienza di questa mia Mission.

… di questo mio messaggio, di questa mia divulgazione.

Qui “sì” sento che in qualche modo c’è Adorazione.

Il sentimento che provo verso  la sacralità del  Servizio … che è uno stimolo, che è una spinta incredibile verso la realizzazione di un Qualcosa di grande. Tutto qui.

Proviamo allora a “raccoglierci” per “consegnarcela”… una propria personale esperienza.

La conoscenza dei racconti dell’esperienza di ciascuno e del significato che questa parola ha assunto nella storia personale. La conoscenza della somma di queste esperienze che andiamo a conoscere e che ci arricchisce, ancora una volta, di un qualcosa che non troveremo scritto sui libri … perché quel libro è ancora da scrivere ed è la nostra storia: è la storia di questo Salotto … è la storia della “Pedagogia della Educazione delle emozioni e dei sentimenti”.

Storia di una pedagogia che passa “anche” per questo Salotto ( insieme con tante altre migliaia di ore di ricerca e di studio “dedicate”) … anche per le prossime Palestre (ormai al “via” ) di “Educazione Emozionale”.

Si struttura attraverso l’esperienza didattico-terapeutica che noi qui costituiamo: in partecipazione, in adesione, in contribuzione.

È qui che si gioca la Storia di questa  Pedagogia.

Ed è qui che verosimilmente io tocco con mano la “mia” “passione”…  che si fa  desiderio di costruire il Bene dell’altro … e degli altri. Che si fa, in coscienza, “Adorazione”.

La riconosco.

Riconosco il desiderio ed  il piacere di una identificazione totale verso un Valore, un Metodo, un Modello assunto a Valore ( Penso qui al Maestro Manzi che in TV bianco e nero insegnava le vocali e le consonanti al popolo italiano nella sua componente analfabeta ) :

Un Valore unico, originale, insostituibile ed irrinunciabile.

…        L a   M I S S I O N    !   

   ( e  … “Così Sia” )

     A D       M A I O R A      !   !

 

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