Sentimenti In Salotto : L’ ACCETTAZIONE – lunedi 19 febbraio – ore 21

 

Accettare un invito … un regalo … una proposta …  ( i … cookies su internet ! )

Accettare le regole del gioco, accettare la realtà ( magari facendo buon viso a cattivo gioco ). 

Ma anche : “Conviene accettare ! “…  e questa convenienza (implicita in quel modo di concludere ) significa che, tutto sommato, torna a nostro vantaggio accettare uno stato di cose, una proposta, una scelta.

Quante volte abbiamo dovuto “fare i conti”, più o meno piacevolmente, con  ” l’esperienza ” dell’accettazione e con il  ” Sentimento ”  della  ACCETTAZIONE.

Non ce ne accorgiamo, ma siamo alle prese, costantemente, con una libertà ed arbitrio di orientarci: di proseguire o di fermarci …  E, di conseguenza, decidere il “da farsi”… ovvero se ACCETTARE  o  NO.

( Liberi, Sì – invero –  di accettare o no … e tuttavia quante volte l’accettazione è stata subordinata a condizioni di ricatto: come nel caso del Green pass, come nel caso della pandemia, quando abbiamo accettato di firmare per il  “vaccino” ( ? )  sapendo di correre un rischio capace di mettere in discussione, con reazioni avverse, la stessa vita. )

Un Sentimento – L’ ACCETTAZIONE – in campo ogni minuto/secondo della nostra vita, della nostra giornata.

Un sentimento che si fa spazio, in noi, quando le riflessioni sulla condizione del nostro stare in un ambiente, in un contesto, con noi stessi, con Altri … “sanno” di  uno “starci bene”, ci si riscontrano nelle parole “in agio, a nostro agio”.

Uno stato esistenziale “sufficiente” per poter dire: ok, accetto, mi fermo, sto bene qui ; accetto questa situazione.

Accetto di fare, accetto di condividere, accetto le regole del gioco, accetto l’idea…

Accetto la realtà.

Accettare significa dunque che ho valutato di non aver  bisogno di cambiare lo stato delle cose, che la situazione in cui ora sto mi può “stare bene”, che le persone con le quali ho relazioni d’ambiente, anche se in qualche modo sono costretto o condizionato a scendere a compromessi, tutto sommato sono persone o condizioni accettabili.

Accettare di svolgere un compito, accettare di buon grado le fatiche comportate dal proprio lavoro.

Accettare un incarico di responsabilità, una “carica” in questo senso, sapendo  che mi dà soddisfazione,  che mi può aiutare a realizzare un progetto personale, un progetto importante per  la mia stessa vita.

Accettare una situazione di malattia col desiderio di vivere, accettare di prepararsi anche a morire quando il verdetto è esiziale (Accettare un Valore in nome del quale valga la pena di vivere … o anche di morire – un paziente in ospedale, il soldato in guerra ).

“Accettare, dunque, un Valore “: accettare una disciplina che riteniamo funzionale al buon esito degli obiettivi che le cose che siamo chiamati a servire comportano.

Da bambini ci dicevano: se fai il bravo, se accetti di stare ” fermo e composto “, di rinunciare a giocare, di ubbidire …  se accetti, in definitiva, di comportarti “in un certo modo” avrai l’approvazione della mamma, del papà, della maestra, del sacerdote.

E noi abbiamo accettato. Abbiamo fatto l’esperienza dell’ubbidienza implicita nell’accettazione,  e poi abbiamo tirato le somme. E in qualche caso ci siamo rifiutati di andare avanti, abbiamo sospeso la nostra accettazione, non abbiamo più dato l’adesione:  “non abbiamo più accettato”.

E questo può ricondurci, con la memoria, alla propria storia.

Nel mio caso: Il cambio di Facoltà, i cambiamenti sul lavoro ed in lavori diversi, i cambiamenti nella vicende matrimoniali. Propositi e  realizzazioni di cambiamenti.

Abbiamo accettato di stare nel mondo, accettato le regole della vita, accettato i Valori che nel rispetto di quelle regole ci sono stati proposti ed abbiamo perseguito. 

E quando non abbiamo accettato più di stare in una certa situazione perché non ci stavamo più bene  … abbiamo di fatto messo “punto” all’esperienza dell’ Accettazione.

Dunque l’accettazione come un sentimento positivo, una dichiarazione di disponibilità a coinvolgersi od a restare nel coinvolgimento in atto al presente ( un rapporto di lavoro – una situazione sentimentale ) almeno fino a quando lo stato delle cose resta quello che è. … e non si presentano o paventano cambiamenti, che nella dinamica della realtà possono comunque sempre accadere. Basti pensare all’improvvisa comparsa di un vicino di casa a vario titolo indesiderabile, una relazione affettiva che finisce, una gravidanza a sorpresa … e compare lo spettro del cambiamento non messo in conto, un quieto vivere attentato … e lo spettro diventa allora quello del Rifiuto.

Allora sempre più ci rendiamo conto che “accettiamo” quando siamo a nostro agio.

Quando le situazioni sono cioè – in qualche modo – sufficientemente confortevoli (a nostro giudizio ), quando il piacere senz’altro supera il dispiacere, la soddisfazione prevale sulla insoddisfazione e scopriamo, di conseguenza, di essere aperti alla esperienza del sentimento della Fiducia.

Noi presenti “qui”, abbiamo “accettato” di partecipare a questo Salotto, abbiamo accettato di qualificare la nostra presenza portando – quando ci siamo sentiti – un nostro contributo di racconto di esperienza personale sul tema/argomento in esame.  Abbiamo accettato di costruire la Conoscenza che nasce dal confronto, dalla somma delle esperienze personali, sulle quali abbiamo discusso, riflettuto, analizzato, valutato. 

Anche stasera la ricerca dei significati (legati alla propria esperienza) che ciascuno può dare alla parola del sentimento dell’ ACCETTAZIONE concorrerà senz’altro a far sì che ci sia un ampliamento di Coscienza, frutto di consapevolezze aggiunte su “che cosa significa” accettare di mettersi in gioco.  Accettare ad esempio la verità scomoda di non essere stati educati a conoscere ed a riconoscere gli stati emozionali e gli stati sentimentali attivi nelle nostre Persone ogni attimo della nostra vita. 

E tutto questo dietro parole che pure usiamo, talvolta abusiamo … ma sempre non sapendo quello che diciamo. Fraintendendo quello che l’altro, sulla stessa parola, intende e vuole significare. Favorendo di conseguenza più incomprensione che comprensione… 

E se l’incomprensione è inaccettabile per me ( quando non comprendo ), come posso accettare l’incomprensione che anche l’altro – contestualmente e contemporaneamente – manifesta ?    …   Mi ritrovo a non accettare il mio limite e non posso certo accettare, parimenti, il limite dell’altro e nell’altro  ! !

Abbiamo un vuoto di formazione per tutto ciò che riguarda la conoscenza e la gestione del mondo emozionale ed analogamente per tutto ciò che riguarda la conoscenza e gestione del mondo sentimentale.

Facciamo confusione e usiamo ambivalentemente la parola emozione e la parola sentimento.

abbiamo un’esperienza di vita: piena profonda sofferta completa.

E tuttavia  della Vita non ne possiamo definire gli aspetti più “vitali”, più importanti: quelli che fanno della vita un’emozione e che ci consentono di poter dire : la vita è emozione.

La vita è anche sentimento: e noi non sappiamo capire che cosa significa “Emozione” e che cosa significa “Sentimento”.

Non sappiamo capire qual è l’emozione che provo ORA  e qual è il sentimento che provo ORA  per rispondere alla domanda : COSA PROVO ?

Dobbiamo saper trovare risposta a queste domande !

Questa è la vera sfida e Questo è  ciò  che noi cerchiamo di realizzare qui,  nelle attività di questo Salotto,  attività  di  Educazione delle Emozioni e dei Sentimenti che proseguiremo nelle   PALESTRE EMOZIONALI.

PER  REALIZZARE  LA  MISSION  CUI  SIAMO  CHIAMATI :

ALFABETIZZARE   le  GENTI   del   MONDO.

 

A D    M A I O R A     !   !

 

 

 

 

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