Sentimenti In Salotto : Il RISPETTO – lunedì 12 agosto – ore 21

” Non c’è più Rispetto ! ” …

… per la persona anziana o la donna ( magari incinta ) lasciata in piedi sull’autobus, mentre giovani latitanti comodamente seduti pendono dai loro cellulari …

ma anche :

” Una Persona di rispetto “

” I miei Rispetti “

” tanto di Rispetto “

” merita Rispetto “

” giù il cappello … “

… e quante altre espressioni abbiamo registrato nell’arco della nostra vita, da piccoli a grandi, ascoltando le parole parlate dai nostri genitori, dai nostri maestri e maestre a scuola e dalle persone che casualmente capitava di ascoltare, ma ugualmente per noi persone di importanza prioritaria nel costruire la nostra capacità di relazione umana, in essere, ciascuno a suo tempo.

Ascoltando queste espressioni e collegandole ai significati che potevamo capire sempre più e sempre meglio, ci siamo venuti facendo un’idea del Sentimento del Rispetto, della parola, e di che cosa significasse, quindi, il  “sentire” dietro quella parola.

Rispetto è quando tu senti che verso una persona o verso una cosa porti una considerazione particolare, ordinaria e straordinaria, sei atteggiato in modo composto, coerente, regolare … attento: in quanto riconosci a quella persona o a quella cosa una attenzione, un valore, una importanza particolare.

Cosa c’è dunque dietro la parola rispetto, che cosa implica questo sentimento.

Beh … Basti pensare al rispetto della Legge, delle regole del gioco, per capire che colui il quale ad un insieme di regole aderisce e se ne fa – nel mettere in pratica – testimone, realizza un esempio “appunto” di comportamento: rispettoso come consapevolezza e responsabilità di sentire.

E La persona che è capace di rispettarle “le regole”… a questo punto merita rispetto in quanto persona coerente, etica e … da prendere a Modello.

Da bambini ci hanno portato ad esempio e modello altri bambini ( un bambino modello, uno “scolaro modello”, per farci vedere come ci si doveva comportare, come si poteva e doveva essere bravi, come si poteva meritare la dovuta considerazione ed il dovuto riconoscimento.

E noi stessi poi abbiamo copiato, ci siamo sforzati e diventati capaci di meritare questa considerazione, questo riconoscimento, questo premio, questo regalo di approvazione.

( ripenso al “voto di condotta” a Scuola ).

Ricordo personalmente che se venivamo promossi, ogni anno, a me e mio fratello di un anno più piccolo di me, ci veniva fatto un regalo, ci veniva rispettato lo sforzo prodotto con successo negli studi, riconosciuta una dovuta considerazione e rispetto per il merito di essere stati promossi.

Da grandi abbiamo conosciuto la parola Rispetto quando abbiamo sentito parlare di “rispettare le donne”, di essere educati e rispettosi in generale: con il saluto verso docenti e sacerdoti e comunque persone più grandi e professionalmente autorevoli: il modo di chiedere in un negozio, in una farmacia, ad un vigile …in generale con gli altri. la regola era di mantenere comportamenti rispettosi ad esempio dei dieci comandamenti il cui richiamo morale era all’ordine del giorno dentro e fuori di noi.

Era l’educazione che dovevamo apprendere nell’esperienza dei rapporti umani.

E tanto di rispetto allora a quelle persone irreprensibili, coerenti nei loro comportamenti, nel rispetto di sé stessi e degli altri, come educazione, come compostezza, come bontà d’animo, come bravura, come eccellenza nella professione o nelle arti e mestieri, come onestà nelle attività economiche dove la tentazione di rubare denaro, di approfittarsi della buona fede o ingenuità dell’altro può diventare opportunità ed opportunismo ed in qualche modo farsi trasgressione delle regole del vivere civile, ispirate ad educazione ed  onestà.

Obbiettivo: rispettare per essere rispettabili.

Ed ancora il Rispetto come sentire di onorare una parola data, per una promessa fatta da mantenere.

“Ogni promessa è debito” diceva mia madre.

Ecco: il rispetto come sentimento di dover rispettare una promessa, mantenere la parola data, restituire il prestito nei termini indicati … o rispettare la data del compleanno per fare gli auguri.

Rispetto come: Ricordarsi di qualcosa cui la persona amata “tiene” e di farsene in qualche modo carico e così considerazione e rispetto, …appunto.

Rispettare gli animali in generale  o il cane, il gatto che tieni in casa.

Rispettare il debole, aiutarlo, avere la sensibilità di riconoscersi nell’altro e di portare l’aiuto necessario al bisogno.

Tutto un insieme di valori concorrono a sperimentare e riconoscere questo sentimento del Rispetto.

Parlavamo dell’onestà, della parola data; possiamo parlare del “coraggio della verità”, del proporre coraggiosamente una soluzione valutata giusta: meritare Rispetto, sperimentarsi in sentimenti di rispetto della Giustizia. Rispettarsi nella propria dignità … per rispettare la dignità degli altri. 

( posso esternare, esportare, fare verso altri quello che so già mettere in campo verso me stesso ).

La persona che amministra il “potere che ha” nello svolgere la sua funzione, il suo ruolo, con senso del dovere, con senso di giustizia nel proporre e produrre il proprio compito in coerenza con quanto atteso e secondo “regole”, appunto, previste: servire un cliente senza farlo aspettare – fosse al negozio, fosse all’ufficio postale o fosse in banca – mettersi nei panni dell’altro e “servirlo” – quando quello è il tuo lavoro – come tratteresti te stesso: farlo con educazione e senza presunzione o senza arroganza.

Attento a non fare dell’altro il bersaglio della propria stanchezza o dei propri malumori … anche questo concorre a fare di una persona una “persona di rispetto”: una persona che si distingue con la sua personalità, nel suo fare, nel suo agire e che viene di conseguenza universalmente riconosciuta come “persona a posto” e fatta oggetto di sentimenti di Rispetto, in quanto … neanche a dirlo … Persona ritenuta : Rispettabile.

Verso queste persone capaci di coerenza, capaci di rispettare le regole del proprio lavoro o comunque dell’ambiente sociale nel quale si muovono: il codice della strada, schiamazzi notturni, rumori comunque indesiderati, parlare a voce alta in posti dove è giusto contenere il suono delle proprie parole per non farne disturbo arrecato ad altri che hanno diritto di vedersi appunto rispettati …  verso queste persone: TANTO di CAPPELLO  !  !

Rispetto Infine come buon senso da mettere in campo anche nel valutare quanto l’altra persona sia “capace” di rispettare le regole previste …

Meriti rispetto perché dignitosamente scegli di non farti ricattare o condizionare dal più forte, da un superiore sul posto di lavoro … in una qualsiasi circostanza scegliere di affermare il valore che ti risuona al momento presente, anche Contro Chi quel Valore vuol mettere sotto i piedi.

… Portarti Rispetto, sentire rispetto per Te !

L’abbiamo vissuto nella pandemia dove personalmente ho provato un profondo rispetto verso quella persona che lavorando all’ospedale ha preferito rinunciare al lavoro piuttosto che dare testimonianza di qualcosa di ingiusto … che offendeva legge e Costituzione … quando lo Stato ed i suoi rappresentanti politici   si  sono  fatti carico – in maniera, A MIO MODESTO PARERE, delinquenziale – di ricattare e costringere i propri cittadini – Noi tra quelli – a fare da “cavie” … di “sperimentazioni” … che oso chiamare “sataniche”.

Rispetto verso i NO VAX   che vessati in ogni modo da Leggi “fuorilegge” – che non è stato difficile, col senno di poi, ritenere ingiuste ed  insensate – hanno avuto il coraggio verso quelle leggi di opporsi e di fare Resistenza … dando  esempio e testimonianza di Che cosa significa il valore della propria persona da RISPETTARE…

Ed allora davvero “tanto di cappello” all’etica, alla coerenza, al coraggio, all’onestà nel rispettare i propri principi e nel farsene testimoni presso altri … quelle stesse altre persone  organizzate  comprate e manipolate che si sono fatte Massa d’urto per ricattare, per condizionare, per vessare … per ingiustamente giudicare.

(Non a caso torniamo all’onestà, al coraggio delle proprie idee, all’etica nel mettere in pratica i propri valori che poi sono quelli “eletti” ad esempio nell’ambito sociale o religioso… quelli, in definitiva, che, se “testimoniati”, fanno star Bene … producono il BENE ! )

 “tanto di cappello”  … alla coerenza tra il dire e il fare nella azione politica.

Dove però alla promessa di realizzare un programma elettorale spesso ci accorgiamo che fa seguito un comportamento difforme da quanto riportato nei programmi di partito e quindi da realizzare una volta al potere.

Ed a quel punto non “rispettiamo” più chi ha tradito il mandato elettorale, così come “rispettiamo” colui il quale – a fronte di una realtà diversa – Comunque è capace di distinguersi – anche a confronto con la propria opinione precedente – e di costruirsi un diverso modo: più corretto, più etico, di rispondere al “bisogno cambiato” in ragione dell’attualità al presente.

Rispettabile è dunque la persona o l’insieme delle persone o l’organizzazione delle persone e delle cose che alla luce della realtà e alla verifica personale fanno registrare coerenza tra i tempi promessi e quelli rispettati.

(per esempio per risolvere una pratica di tribunale o una qualunque altra pratica legale, o commerciale, o professionale).

Rispettabili possono essere i programmi di partito; in economia una proposta strategica che tiene conto di un modo equilibrato di valutare costi e ricavi per farsene decisioni economico/etiche in termini di prezzi di mercato, ad esempio, … da proporre al consumatore … da parte di una qualunque società di produzione di beni e servizi.

Ed allora parleremo di prezzi rispettabili, di modi rispettabili, di decisioni rispettabili in quanto alla verifica della esperienza personale riscontriamo le giuste proporzioni tra potenziale del nostro portafoglio ed accettabile realtà della spesa.  

Tanti sono gli aspetti da considerare che ciascuno può scoprire dentro di sé dentro la propria esperienza di vita e farsene una accoglienza ( rispetto ) per riconoscimento di etica coerenza … o  NO.

L’esperienza di persone, di cose, di ambienti: TANTI e variegati gli aspetti che costruiscono il “sentire mentale” ( sentimento )  del rispetto.

Siamo portati a rispettare – ed invitati a portare rispetto – verso quei contesti dentro i quali sentiamo “stiamo bene”: ambienti di lavoro, ambienti familiari … là dove stai bene: là dove senti che c’è rispetto di te, del tuo equilibrio, della tua pace, del tuo valore … là senti nascere il bisogno di corrispondere con RESTITUZIONE di RISPETTO.

Ed allora: “giusto” riconoscere rispetto a quei contesti ! … e promuoversi in adesione e in collaborazione per far sì che restino in qualche modo, Appunto, RISPETTATI.

E qual è l’esperienza che ci possiamo raccontare qui stasera di questo Sentimento del Rispetto.

Qui in Salotto: Ognuno può riportare la sua esperienza collegata al significato che dà alla parola RISPETTO : i posti nello spazio e nel tempo dove questo ricordo si è iscritto in modo significativo per lui.  Farsene e riportarcene un racconto significa consentirsi/consentirci di entrare nel vivo della sua storia per conoscerla, per poi confrontarla con altre, … e diventare Tutti capaci di concludere con valutazioni che comportino “rispetto”, appunto, di ciò che è la storia nel suo Valore … di ciò che è Valore nella nostra storia di vita.  Per farcene capaci, appunto, di rispetto.

Rispetto come sentimento di adesione: facile, coerente, etica ad un Valore dal quale NON si può prescindere e che “qualifica” – come sentimento – con “DIGNITA’ ” … la nostra vita. Dentro di noi e con gli altri … a livello intrapersonale ed interpersonale.

A me è capitato di recente di non vedere rispettata una promessa.

Era la promessa di un premio di produzione per essermi dedicato ad una causa ed averne promosso la realizzazione in termini straordinari, oltre ogni aspettativa da parte dell’organizzazione committente.

Nessun contratto tra le parti da rispettare. Semplicemente un servizio di volontariato gratuito reso ad una Causa che veniva in qualche modo riconosciuto, perché no,  in maniera straordinaria.

Senonché la promessa di un premio crea aspettative: soprattutto se a scadenza certa ed anche garantita … induce a fare di più e di meglio.

Quando poi però la promessa non viene mantenuta nei termini attesi: è legittimo chiedersi: ma che rispetto è della parola data ? – e … stante l’inadempienza: come non sperimentare una delusione ? Come non concludere che c’è stata una mancanza di  Rispetto per non avere onorato una “parola data”, per non avere giustificato l’inadempienza di quella parola promessa ?

Troppe volta da piccoli abbiamo sofferto per promesse non mantenute da parte dei genitori. Per fortuna altrettante – diremo – sono state le promesse mantenute.

Sulla nostra pelle abbiamo sperimentato la sofferenza e la contentezza: e successivamente nella nostra vita abbiamo imparato a riconoscere quando siamo stati rispettati nei nostri bisogni, supportati nelle nostre debolezze ed esigenze e …

… quando “no”.

Ci siamo identificati in quei comportamenti che ci hanno fatto star bene, che ci hanno realizzato risultati di nostra soddisfazione. 

Nelle scelte della vita abbiamo imparato a portare rispetto verso le persone che ci hanno testimoniato Rispetto, insieme con la gratitudine ed il riconoscimento dell’onestà di tutto lo sforzo che hanno messo in campo per realizzare – coerentemente – il loro compito di educatori o il loro compito di interlocutori privilegiati per noi.

Da lì abbiamo dedotto che cosa significa Rispetto.

Significa che là dove sono stato rispettato nel mio equilibrio, nella mia dignità, nel mio eventuale giusto diritto ( quando era “giusto”): aiutato a star bene … là mi sono riconosciuto ed ho imparato a restituire l’equivalente.

Se ricevo il Dono promesso mi confermo in scelte meritorie che quel dono hanno comportato …e divento ancor più capace di donare… ( impegno, energie, risorse dedicabili ).

Se non ricevo il Dono mi identifico in quel comportamento non oblativo, non generoso: starò attento a “non donarmi”… senza sapere perché.

( e questo anche a livello di relazioni sentimentali comunemente intese ).

Ecco noi siamo qui per conoscere … sapere i “perché”.

“Perché” … ci succedono le cose  !

E lo possiamo sapere a livello emozionale e sentimentale, andando a vedere “dove” e “come” le parole che identificano le emozioni ed i sentimenti sono state sperimentate nella nostra vita.

Per parlarcele insieme. per poterle riconoscere ed estrarre dalle esperienze.

Per farcene una conoscenza ordinata, farcene una capacità di 

Nuova EDUCAZIONE :

L’EDUCAZIONE delle EMOZIONI e dei SENTIMENTI.

da proporre a noi stessi e ad altri, quali che siano  le occasioni

( … dal  “SALOTTO  di  Claudio”  alle  “PALESTRE  EMOZIONALI” )

per poterci proseguire in realizzazione personale e …

COSCIENZA  di  BENE.

Così sia.

     A D   M A I O R A     !   !

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