Gradisci un caffè ?
Sì grazie. Ma offro io …
… sa di premura, sa di accoglienza ed affetto, sa di bisogno di riconoscere un piacere e di condividere l’esperienza di una proposta, di un dono. Certamente l’esperienza del sentimento che è : … il GRADIMENTO.
Tra la riconoscenza e la gratitudine alberga un sentimento che potremmo definire del “Gradimento”: che è il presupposto rispetto al quale laddove una cosa, una persona, un fatto, un dono ricevuto risulta sperimentato come “gradito” il tutto diventa “presupposto” per una riconoscenza, ovvero per una gratitudine.
“Presupposto” come “premessa” per una elaborazione mentale di ciò che mette in contatto con una dimensione di piacere, di soddisfazione, di riconoscimento in base al quale l’azione che ci coinvolge, che ci vede coinvolti, viene in qualche modo riscontrata in agio, in soddisfazione, in fiducioso apprezzamento … in una serie di valutazioni cioè che la nostra mente ritiene di dovere riscontrare all’attenzione dell’ Io che “si pensa addosso” e che, in qualche modo, ha il compito di ritrovarsi a definire ciò che sente, ciò che sperimenta come sensazione, ciò che sperimenta come emozione.
In ragione di questo Ecco allora farsi strada una misura in base alla quale noi possiamo dire: mi è gradito, è stato di mio gradimento, mi è piacevole riscontrarmi in una situazione di apprezzamento di un’azione, di un’attenzione ricevuta, di un’aspettativa soddisfatta: come quando andiamo a mangiare al ristorante ed alla domanda “Ma è stato di tuo gradimento quello che hai potuto ordinare, mangiare, assaporare … senti di rispondere: sì ho gradito, ho pagato il prezzo giusto, “mi torna” in soddisfazione quello che ho speso.
( Così come ci potremmo ritrovare a dire: non è stato, non è di mio gradimento … una persona, una cosa, un piatto, una musica … un clima, Un ambiente)
Ed in linea con questo argomentare si può essere in gradimento per un invito a cena (… salvo poi vedere, col senno di poi, che fine ha fatto il piacere atteso o l’aspettativa riscontrata), può essere gradito il dono di un biglietto di partecipazione ad un evento ricevuto come “presente” di compleanno, come pure il semplice “segno di attenzione” che si riceve quando si è eletti in una rosa di nomi di partecipazione… ” invitandi ” … appunto.
Ed il panorama è vario circa i luoghi dell’esperienza, rispetto al “dove” ci possiamo trovare a sperimentare gradimento … mi riscontro gradimento nel ritrovarmi a viaggiare con una persona che, pur senza colloquiare, tuttavia si muove con una modalità che sa di rispetto, di “non disturbo”: che non parla a voce alta al cellulare costringendoti all’ascolto delle sue cose personali e che si premura di chiedere scusa per qualcosa che possa coinvolgere l’altro, fosse pure passivamente: … “le dà fastidio se fumo ? ” ( quando gli ambienti pubblici non erano “proibiti”) oppure “le posso chiedere l’ora” non con il pretesto di attaccare bottone, quanto piuttosto magari per condividere e vedere accettata una preoccupazione legata al ritardo del treno.
E penso ad una lista infinita di episodi anche quotidiani, ovvero ricorrenti, all’interno delle quali sperimentiamo questo sentimento.
Io per esempio – aperta ed ufficializzata la partecipazione alle palestre di educazione emozionale – ho gradito tutto l’insieme delle iscrizioni, delle prenotazioni, delle disponibilità, delle collaborazioni. Una totale, piena esperienza di Gradimento per tutto quanto – di cornice e di ambiente – ha accolto i momenti dove la Mission si è vista verificata, riconosciuta, promossa.
E “quanto” è stato l’apprezzamento ed il riconoscimento – leggasi Gradimento – per il tipo di contenuti condivisi e messi in campo … l’ esercitazione inaugurale della Prima Palestra al mondo di Educazione Emozionale: la declinazione didattico-sperimentale di “che cosa è” LA SENSAZIONE del corpo (dove si nasconde l’emozione), di che “cosa è” e “come si può chiamare” la reazione psichica – ovvero l’ EMOZIONE più o meno istintuale e pura – di “che cosa è” la DIMENSIONE SENTIMENTALE che, sul “sentire organismico”, vede LA MENTE organizzare il vocabolario di nomi che partendo dall’AGIO e dal DISAGIO, dall’ACCETTAZIONE e dal RIFIUTO, “apre” alla filosofia della FIDUCIA e della SFIDUCIA e ad un corollario di altri nomi, a seguire, che individuano e distinguono SENTIMENTI … ovviamente tutti collegati con il “sentire complesso” dell’organismo vivente che la persona è.
La ” Mente ” che al tempo stesso ci fa redigere la vera e propria declinazione di nomi con i quali possiamo conoscere e riconoscere e gestire … :… rappresentando, condividendo e verificando la bontà di quello che ciascuno di noi viene registrando e può appunto riferire … riportare … in una collaborazione critico-costruttiva per qualunque cosa interessi mettere in campo a fruttuosa lettura e verifica di un progetto, di un fare, di prese d’atto in situazioni che per quanto problematiche vedono profilabili aspettative aperte a riscontro di Gradimento.
Personalmente tante sono state le esperienze che, da piccolo a grande, posso ricordare.
Ad esempio quando all’età di 7-8 anni fui messo in piedi su una sedia per leggere – sul sagrato della Chiesa – un saluto al Vescovo in visita alla Parrocchia. A fronte della ansia e della paura – vinte – di fare brutta figura ( per un compito così inusuale ed originale ) fu esperienza liberatoria sentirsi promosso e tanta la soddisfazione di essere riuscito: la tentazione del rifiuto e della sfiducia lasciavano il posto ad una esperienza di sentimenti che andavano dal Gradimento, all’ Accettazione, alla Fiducia.
Ma anche più avanti negli anni ( 25 ) quando nell’ambito di una attività di formazione, a Reggio Emilia ( un Corso residenziale di nove mesi, all’interno di un gruppo di 20 persone ), in occasione di una cerimonia alla presenza del presidente Orlando della Confcommercio, mi fu chiesto di redigere e leggere un discorso di benvenuto: ricordo ancora oggi quanto fu “gradita” quella proposta ed il piacere e la soddisfazione che ne riportai e che riporto ora qui.
E la mia memoria mi ritorna a venerdì ultimo scorso: pomeriggio. Alla conclusione dei lavori di una “Due giorni” durante i quali abbiamo inaugurato ” la Prima Palestra al mondo di Educazione Emozionale ” – e contestualmente avviato la Formazione dei futuri Istruttori di palestre – quando le persone partecipanti mi hanno espresso il loro Gradimento pieno e totale per l’esperienza condivisa.
Devo dire che è stato questo lo spunto – riascoltandomi ed alla ricerca del Tema di questo lunedì – onestamente, per potere considerare il sentimento di Gradimento condiviso quale soggetto e titolo da riprendere e promuovere a Salotto.
E scoprire che su questo presupposto prende forma tanta Riconoscenza verso le persone che con la loro partecipazione hanno fatto cornice e consentito di realizzare una originale e grande esperienza di “vissuto didattico e terapeutico” che resta “agli atti” della storia personale … loro … nonché mia… ovviamente.
Proviamo ora insieme qui in Salotto a condividere, come sempre, la conoscenza delle esperienze personali che fanno da corollario a questo sentimento del Gradimento, così particolare, così sfumato, così quasi sofisticato
E tuttavia così presente: l’animale domestico gradisce le tue carezze, ma anche tu “gradisci” carezze … e te le scopri come piacere, te lo scopri come attenzione che ricevi … “gradita”.
Ed in quante relazioni umane, in quanti rapporti interpersonali le attenzioni ricevute ( una parola, una stretta di mano, un abbraccio ) hanno fatto si che in ciascuno di noi si riscontrasse questo gradimento, questo sentimento.
Facciamone una ricerca: proviamo a raccontarcele queste esperienze, mettiamole un pochino insieme per, ancora una volta, poter dire: “ancora una volta abbiamo parlato di un sentimento”: di un sentimento in particolare.
Per poter dire, ancora una volta: Abbiamo parlato di sensazioni fisiche, delle emozioni loro collegate, di un’elaborazione mentale anch’essa aggiunta che qualifica i sentimenti cui diamo un nome: per ogni sentimento “la parola” che lo esprime.
Stasera la parola : GRADIMENTO .
Il sentimento del Gradimento è l’anima del lavoro di questa sera. a Voi, dunque, questa parola: affinché ancora una volta ci possa essere il piacere di raccontarci, il piacere di incontrarci, il gradimento appunto del salotto di Claudio.
Raccontare e quindi condividere esperienze che fanno spazio a conoscenze che si accumulano per ciascuno e consentono di poter dire: da un lato … abbiamo parlato anche questa sera di un sentimento ulteriore, diverso … dall’altro di poter dire che in questo modo facciamo CONOSCENZA.
Una Conoscenza i cui contenuti possano, sempre più e sempre meglio, essere organizzati e strutturati in una formula ripetibile … in un Insegnamento.
Lo chiamiamo Educazione delle Emozioni e dei Sentimenti.
Un argomento questo, una materia, così repressa … così rimossa, così lasciata al …” Fai da te ” di ciascuno.
E che chiede, invece, di essere diversamente proposta, diversamente divulgata, diversamente considerata all’interno delle Istituzioni.
Nell’attesa: ben venga la Mission a farlo ! !
E ben vengano a reclutarsi tutti coloro che – ispirati dalla Mission – vogliano farsene interpreti, e candidandosi alla Formazione per diventare Istruttori di palestre, vogliano andare poi, in qualche modo, a praticarle presso le Genti del Mondo.
Così sia … Così è
A D M A I O R A ! !