Disagio è quando nasci … e capiti in un mondo che immediatamente non puoi conoscere e che non vedi … e per farti respirare ti prendono a schiaffi e … ti fanno piangere.
E tu – se potessi parlare – diresti “ma dove sono capitato”
… mentre avverti tutto il dolore del respiro necessario per vivere, ma anche del panno ruvido che ti asciuga tutto … incurante – chi si presta attivamente – che la tua pelle delicatissima: viene dal caldo e si trova al freddo, viene dal morbido ed ovattato della quiete interrotta e si trova nel ruvido, in una situazione agitata da tutte le parti in ragione di tutti quelli che si danno da fare ai tuoi … danni.
E se potessi parlare diresti “ma dove sono capitato”… ma non puoi.
Devi soltanto subire; e mentre subisci … provi il “disagio assoluto”.
Lo chiamano anche “trauma della nascita” … ! Una ragione ci sarà.
Disagio è quando il primo giorno di nido o di materna o di scuola elementare ti ritrovi all’improvviso solo e senza fonti di rassicurazione – la mamma o persone familiari – che all’improvviso ti lasciano in un posto dove non ti senti per nulla rassicurato dalle altre presenze, quando anche fossero tuoi pari, o dalle persone adulte: semplicemente non le conosci è semplicemente non ti fidi , a pelle, degli sconosciuti.
Ed allora ti guardi intorno e ti senti “perso”.
E’ la storia del primo giorno di scuola: non tutti l’hanno vissuta come una festa ….
Disagio è quando ti trovi per necessità a camminare in mezzo ad una spiaggia per nudisti e tu sei vestito e sei lì perché magari cerchi qualcuno che ha dimenticato il cellulare ed allora lo devi raggiungere, cercare di individuarlo, magari chiedendo a qualcuno.
E allora sei guardato come un “marziano” da parte di chi si gode la libertà di essere vestito di niente. Ovvero guardato con il sospetto di chi può meditare: ma quale mente malata costui porta qui a fantasticare sui nostri corpi nudi.
Disagio è quando non trovi il biglietto che ti chiedono di mostrare: e tu ce l’avevi e adesso non sai dove cavolo si è nascosto o dove semplicemente l’hai dimenticato.
Disagio è quando non trovi le chiavi che sai di avere e gli altri ti guardano in un’attesa che è interrogativa e tu cerchi di contenere l’ansia e anche la preoccupazione magari di non ritrovarle.
Disagio è quando tu vai alla porta ad aprire seminudo aspettandoti di trovare una persona scontata … e trovi qualcun altro che all’improvviso ti guarda con sorpresa e con analoga sensazione di disagio, appunto … ed allora il disagio può anche essere reciproco. Tra l’altro ti ha inaspettatamente disturbato, senza preavviso, e tu non volevi certo proporre alcuna … ( seduzione … ? ).
Disagio è quando arrivi in ritardo e Tutti aspettano te per cominciare la riunione e tu allora ti senti in qualche modo in colpevole imbarazzo, in una situazione dove tutti ti guardano e tu – al centro dell’attenzione – pensi ti stiano giudicando e semplicemente senti … disagio.
Disagio è quando non sai come dire una cosa sgradita.
Eppure lo devi fare … ed è ancora “disagio” quando non trovi le parole per farlo.
Disagio è quando a sorpresa sei invitato a parlare e tu non sai cosa dire… là dove tutti si aspettano che …tu ti esprima.
E può essere sui banchi di scuola, interrogato dalla maestra, o può essere più tardi nella vita: in un incontro o riunione dove non era previsto per te intervenire … e invece sei chiamato in causa, e allora ti accorgi che rischi di fare brutta figura, o sospetti comunque di non soddisfare le aspettative. Magari queste aspettative sono anche le tue: quelle di “saper” produrre un compito, una parola, una resocontazione che in quel momento non ti riesce … E allora è disagio assoluto !
Disagio è quando ti metti a nudo di fronte allo specchio e senti che non ti piaci e al tempo stesso Senti che potresti non piacere agli altri. Gli altri che ti possono guardare e valutarti “inadeguato” e nel frattempo sei tu che, nella tua testa, ti consideri inadeguato … magari gli altri nemmeno ti si “filano”.
Disagio è quando ti confronti con gli altri e scopri che tu non hai la cravatta e tutti gli altri sì … e magari il posto, per eleganza, valuti lo richiederebbe.
O semplicemente porti un vestito che, nel tuo giudizio, non regge il confronto con quello delle altre … nella circostanza, nell’occasione sociale in essere, e ti accorgi che forse hai sbagliato a vestirti in un certo modo. E sai che non puoi rimediare se non decidendo di andar via, rifiutando di partecipare.
Ma può essere un vestito, può essere un costume, può essere una acconciatura.
Disagio quando qualcuno ti rimprovera ad alta voce – di fronte ad altri, magari – e tu senti che non meriti quel trattamento da brutta figura. Cosa che può esserti successa da piccolo … ma anche da grande: non mancano in giro persone familiari o semplicemente sconosciute che si arrogano il diritto di contestarti … ( …come successo in tempo di Covid : la mascherina ! ! )
Disagio è tutto questo ed anche di più : se soltanto pensiamo che esiste un disagio esistenziale comportato dalla nostra nevrosi, dalla nostra attività mentale, dalla nostra condizione emotiva, dalla nostra impreparazione a rapportarci, in sicurezza, con l’ambiente fatto di persone e di cose … disagio è anche tutto questo.
( … Il mal di testa, mal di pancia in posti dove tutto desideri tranne che quella condizione di corpo o di mente o di emozione … e non sai come reggere alla situazione straordinaria in cui ti trovi e come trovarne la soluzione ).
La nostra storia umana è fatta di disagio. Siamo partiti dal trauma della nascita: potremmo arrivare QUI e scoprire che il disagio lo sperimentiamo nel momento in cui siamo invitati a parlare ed avvertiamo di non essere pronti o capaci.
O semplicemente l’ideale di perfezione o la paura di fare brutta figura, di portare contenuti che possono essere poi da altri valutati non all’altezza del compito … tutto appare portarci ad uno stato di preoccupazione o di premura o di quant’altro.
Disagio in ultima analisi è quando l’insieme delle sensazioni che provi con il corpo e l’insieme delle emozioni che provi con la psiche ( e che subisci con tutta la tua persona ) fanno valutare alla mente che la situazione non è desiderabile. Anzi che comporta rifiuto e sfiducia. E tutto questo rende la situazione “negativa” e concorre assolutamente a fare problema.
In conclusione ogni persona, nell’arco dell’intera vita, si muove in ambienti fatti di persone e di cose. In questi contesti, quando l’insieme delle SENSAZIONI che una persona percepisce (attraverso i sensi ) e delle EMOZIONI che una persona registra ( attraverso le reazioni psichiche ) … sono valutate dalla Mente come “NON DESIDERABILI” ( perché non ci fanno “star bene” ) noi ci orientiamo a SENTIMENTI di Rifiuto e di Sfiducia.
Ecco : Il DISAGIO è il SENTIMENTO risultante di tutto questo.
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Ed ora possiamo – come sempre QUI , in SALOTTO – provare a raccontarci quello che ci viene in mente come ricordo della nostra esperienza di disagio.
Può essere al presente, può essere in un passato remoto. Tutto serve a conoscere, per capire e poi ordinare in capacità di gestire l’insieme emozionale e sentimentale che le nostre esperienze ci comportano.
Per farcene “cresciuti”, per farcene diversamente preparati.
Capaci di saper gestire il nostro mondo emozionale e sapere noi stessi insegnare ad altri ( bisognosi di aiuto ) ” come si fa ” .
( Così come abbiamo fatto con LA FORMAZIONE in generale, con
l’educazione per ogni altra cosa che riguardi le abilità ed il comportamento della Persona ).
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” L’EDUCAZIONE delle EMOZIONI e dei SENTIMENTI ,
con Diritto di cittadinanza nelle ISTITUZIONI , ” VA INSEGNATA “,
al PARI di OGNI ALTRA DISCIPLINA SCOLASTICA .
A D M A I O R A ! !