LA COMMOZIONE – In SALOTTO Lunedì – 18 dicembre ore 21

Commozione è quando – in un qualunque momento, per lo più “a sorpresa”  – una parola, un pensiero, una foto, una persona, all’improvviso ti mettono in contatto con qualcosa che ti genera uno struggimento nel cuore.

La COMMOZIONE potremmo definirla un’emozione straordinaria diversa da tutte le altre e al tempo stesso indefinibile nell’immediato.
Qualcosa che ti mette in contatto con una sensazione, una esperienza di te che “non riconosci” … o che riconosci ,ma che comunque ti trova impreparato.

E ti smuove fino alle lacrime in una consapevolezza, in quel momento, di essere quasi “altro da te”: di riconoscerti in qualcosa che non conosci e che tuttavia sei !

Ecco è una dimensione dell’essere – e “dell’esserci” – dove tu senti che inequivocabilmente tutta l’esperienza si fa  emozionante, inebriante e ti muove  un qualcosa di assolutamente straordinario: può farti sentire amore,  piacere, ed insieme dolore,  nostalgia o malinconia.

Un insieme di vibrazioni, una sintesi di percezioni … impensabili, che vedono l’attività del pensiero impegnata a controllare le lacrime, a cercare di  ritrovare la parola… pensiero che cerca di ricomporsi nella comunicazione attentata con l’altro ( se non sei solo ) e che quasi ( il pensiero ) ha timore di manifestare, di rivelare …quasi fosse qualcosa di misterioso, di geloso da custodire, da proteggere, da non far riconoscere: quasi valore incredibile da tenere nascosto come se ci si vergognasse di una parte segreta, riservata di sé.

Forse perché in qualche momento della vita Tu hai vissuto la stessa condizione che ora osservi fuori di te e mentre la percepisci – e registri –  tu ti ritrovi emozionalmente “dentro” quella situazione, “dentro” quella persona o alle prese con quella cosa…

… e quell’insieme di emozione e di ricordo lo “riporti e riscopri in vita” dentro di te:  sei tu questo “insieme” e la tua commozione diventa il segno di quasi un “muoversi insieme” e quindi un COMMUOVERSI in una dimensione di unione con l’altro, di identificazione: piena, precisa, improvvisa, sorprendente.

Tu gioisci e ti senti quasi felice quando anche ci fosse il dolore, quando anche ci fosse il “ricordo” della perdita di una persona cara, di un oggetto caro;  quando anche ci fosse la ripresa in coscienza di un dramma vissuto. E’ commozione: percezione cosciente di essere in coincidenza di “sentire”, in comunione empatica.

Andando a memoria questo stato emozionale l’ho vissuto nel momento preciso in cui si ufficializzava la mia laurea (… finalmente un intero ciclo di studi finiva): io, in piedi, stanco al traguardo di un percorso che sapeva di sacrifici inenarrabili … sentirti tremare le gambe e poterti dire: ce l’ho fatta ! … come fossi sopravvissuto, riuscito in una impresa di cui soltanto io conoscevo gli ostacoli, la fatica degli esami, la consapevolezza di avercela fatta: la sfida vinta di un lavoratore studente pendolare fuori sede che non doveva dire “grazie” a nessuno. L’orgoglio di essere riuscito: da solo !

Da analista di professione associo lo spermatozoo vittorioso su centinaia di migliaia di concorrenti – altri potenziali futuri “alter” Ego – che si ritrova solo alla meta, vinta la sua corsa con gli altri, …   l’ovulo conquistato !

Che  sia quella la prima componente, la prima sensazione arcaica ed “antica”, dentro di noi ( in questo caso al maschile ) che viene richiamata  quando, nel presente della vita,  ci troviamo in contatto con questa esperienza “dentro”, con questo caos emozionale difficilissimo da descrivere, difficilissimo da definire, se non con il riassunto somma delle sensazioni fisiche che ci succedono: un brivido diffuso, un certo tremore, una contrazione nel cuore, la parola “fermata” che ci vede incapaci di pronunciare  ?

E ricordo ancora oggi la mia commozione quando al Trinity College, alla cerimonia di laurea di mio figlio ( una  celebrazione rituale in lingua latina )   nel cercare il suo nome che non trovavo nell’ordine alfabetico tra i duecento della lista, scopro che è riportato in cima, al primo posto con la scritta in latino “Primus super partes” !! … ancora oggi, 20 anni dopo, lacrime e tremori incredibili : La gioia che sperimentavo non tanto per l’orgoglio di padre quanto per riconoscermi in lui : STESSO PERCORSO di sacrifici e di conquiste !

La soddisfazione di sapere che non avevamo sbagliato quando ci avevamo creduto !

E uguale, due mesi fa, quando mia figlia, in analoga cerimonia a Londra, alza gli occhi a cercare il balcone del teatro dove assistevo … ed è l’abbraccio e la commozione dei cuori !
Perché senti di essere lì “dentro di loro” … tu sei loro … E allora scopri all’improvviso che  è questa coincidenza dell’esserci e dell’ ESSERE: è questo che ci commuove ! E’ la consapevolezza di essere – nel comune sentire – altro da sé in quel momento.

E questo “altro da sé” è il contatto con l’anima, la coscienza che vibra in spirito con ogni altra realtà personale e vitale.  E’ forse il senso ed il valore della vita UNA !

La commozione allora potremmo parlarla Spirito che si rivela e si riconosce Uno con l’altro, nell’altro. L’altro come momento di un evento-attimo che accade: l’altro come cosa, l’altro come persona, l’altro come evento nel suo insieme, l’altro come stimolo, l’altro come essenza di vita che possiamo riconoscere “in identificazione” qui ed ora: “rivelazione della  Vita, manifestazione Vitale.

E tu senti che sei quella vita e quella manifestazione, quell’evento:  tu sei in unione con lui.  Tu sei, allora, in quel momento, “Uno” che ingloba tutto il resto.

È coscienza del Divino in noi ? … chissà, tutto è possibile.

Le parole non bastano, le parole si fermano di fronte ad una situazione di mistero.

Il mistero della vita che ci emoziona e ci fa commozione.

Qualcosa che senti che ti fa palpitare in termini diversi dall’ordinario:

può capitare quando ascolti la tromba della canzone “Il silenzio” di Nini Rosso o le trombe che accompagnano la corsa dei Bersaglieri o la Musica dell’ Inno di Mameli.

A ciascuno e per ciascuno l’esperienza di qualcosa che mette in contatto con sensazioni corporee e reazioni psichiche proprie di un sentire vissuto con sentimenti e Valori che – per come insegnati ed interiorizzati – propongono una sintesi che ti stringe in una identificazione irrinunciabile. 

Qualcosa che ci percepiamo come bello, giusto, vero. Che riconosciamo e che vede il corpo percorso da un tremito che interessa il cuore, che si ferma nel cuore, che si fa avvertire con tutta la passione di un sentire che va oltre la propria persona. Un sentire che è coinvolto con l’altro, dove l’altro – cosa o persona o fatto o memoria o ricordo o intuizione o ispirazione o fantasia – è colto in coincidenza empatica, tutto intero, e può essere quindi l’uno intero con l’altro.  E tutto questo connesso anche con una vigilanza, percepita nell’ Io, necessaria per farcene anche una ragione.

Questo, in conclusione, è quello che mi sento di scrivere come definizione di questo stato emozionale della COMMOZIONE : La bellezza di un sentire che ferma tutta la persona e la attraversa con un brivido energetico vitale che tocca le corde del cuore.

A ciascuno dunque, ora, la sua riflessione. Il suo contributo. Il suo racconto sulla propria esperienza della commozione. 

Per farcene TESORO di conversazione e di SALOTTO. 

Per continuare a parlare di  EMOZIONI  e di  STATI  EMOZIONALI.

Per costruire sulle singole esperienze UN RACCONTO  di esperienze condivise.

Per elaborare un  CODICE  di  CONOSCENZA  della  ESPERIENZA   EMOZIONALE.

Per realizzare una  EDUCAZIONE  delle  EMOZIONI  e dei  SENTIMENTI.

Per farcene una  ALFABETIZZAZIONE  da  ESPORTARE  in  TUTTO  IL MONDO

per    REALIZZARE    LA    MISSION     !  !

 

A D        M A I O R A  !  !

 

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