Con questo articolo introduciamo il Salotto del Lunedì.
Per parlare di emozioni.
Tra queste abbiamo scelto, per oggi, per questa sera: l’ INSOFFERENZA.
Che cos’è l’insofferenza. E come possiamo avviare una conversazione, comporre riflessioni su questa parola, su questo termine che, più o meno “ovviamente”, definisce uno stato di natura emozionale nell’esperienza di ciascuno.
Sei insofferente quando ti accorgi di essere ” in sofferenza ” per … qualcosa.
Qualcosa che stai aspettando e che tarda ad arrivare … qualche cosa che avverti di dover fare, ma non ti va di fare … qualche aspetto dell’ambiente, privato o pubblico dove ti trovi ( famiglia o posto di lavoro ) che all’improvviso t’accorgi che non ti corrisponde, che ti vede insoddisfatto, che cambieresti qualcosa ma … ” non sai che cosa “, o da dove cominciare.
lo stato di insofferenza
– e quindi la condizione di insofferente ( comunque ” l’emozione che sperimenti “) –
è certamente un qualcosa di molto difficile da definire e nel contempo di molto facile da scoprirsi addosso.
Esso può comportare un’attenzione/distrazione o uno stato di nervosismo che non sempre è spiegabile, ma che l’altro che interloquisce con te avverte ” immediatamente ” … ” o mano a mano ” che passa il tempo dello “stare insieme”.
Ecco Tutto questo rappresenta un’esperienza di cui abbiamo certamente percezione per noi – ed a volte per altri – che caratterizza e qualifica uno stato emotivo.
Un’emozione che corrisponde, da un lato, alla reazione psichica sofferta in “risposta ad una sensazione corporea” che registriamo come uno stato di ” tensione ” appena percepibile, di allerta, anche di ansia, di attesa ( … che ci si prepari da mangiare, che ci arrivi il Corriere con il pacco che deve arrivare – ma non arriva – etc etc ) … ma anche che corrisponde, da altro lato, alla reazione provocata dal un punto di vista dell’attività mentale … ( che se penso a quella cosa … non solo, magari, provo fastidio, ma provo anche l’insofferenza ” per il fastidio che provo “, il ” rifiuto ” per il fastidio che provo ) …
Concludo con l’auspicio che questa introduzione possa favorire uno scambio di riflessioni utili per scoprire – per ciascuno – ” dove e come ” si ha memoria della propria esperienza emozionale
dell’ INSOFFERENZA e questa possa essere raccontata a sé stesso e condivisa, contestualmente, in Salotto, qui.
Per I M P A R A R E a … ” G E S T I R E E M O Z I O N I ” ! !
AD MAIORA ! !




















