Quando parlava era un fiume in piena …
e poteva essere su un piatto di pasta
( che sistematicamente si raffreddava, di solito a casa sua, dove – porte aperte, incredibilmente aperte – ero ospite ogni volta che lo
desiderassi: un “Fratello” in questo, di nome e di fatto, di cui non
posso che registrarmi il Dono grande ricevuto da Dio ) …
… E poteva essere in una qualunque altra riunione o incontro: fosse in una sede istituzionale, per la natura politica o amministrativa dell’incontro stesso, o fosse un evento in una qualunque altra sede pubblica o privata dove la promozione della cultura, nel senso più lato, lo vedeva interprete “a tutto campo” di un sapere incredibile e straordinario che abbracciava tutti i settori della sapienza, creatività e produzione umana, settori di cui era in grado di tessere la storia per ciascuno.
Ed il suo parlare in qualche modo “incantava”: perché era
sistematicamente interprete di una recita o sceneggiatura su di un
palcoscenico ideale e reale:
…fosse all’interno di una chiesa come quella di San Valentino a Terni – dove lo ricordo, stratega e regista, a promuovere la “due giorni” in onore del Santo ed accogliere invitati da ogni parte del mondo cui si proponeva – in rispetto di programma e sempre in “prima persona” – in veste di attore a recitare la parte prevista dalla celebrazione della ricorrenza del Santo … in proposizioni ed affabulazioni di rara efficacia scenica ancorché fuori da ogni copione: … un linguaggio di “richiami storici e culturali “ a tutto campo … a convergere sull’argomento del giorno, dell’ora, del momento …
ovvero fosse a Venezia (Lo ricordo impegnato in riunione di Giunta a promuovere e sponsorizzare un candidato a sindaco ) … a dibattere con architetti ed economisti – giacché chiamato a farlo in veste di esperto, indifferentemente sui temi delle strategie mercantili e portuali – e parlare (con confidenza di “dati”) di economia, di rapporti commerciali, dei percorsi delle merci, dall’India, dalla Cina, il canale di Suez, Taranto … gli sbocchi attraverso il porto di Venezia ( in concorrenza con Rotterdam ) verso le regioni del nord Europa …
e Lui lì a Disegnare con architetti ed altri economisti e consulenti e responsabili le proposte di politiche di settore …
Lui Maestro e gli Altri ad ascoltare …
( E quale Onore, ricordo, quando mi “passava la parola” perché
potessi anche io supportarLo con la “mia”… – lacrime di commozione
al ricordo nel presente che scrivo … ) e QUANTO ho appreso da
Lui !!!
Allo stesso modo si parlasse di San Francesco, di Santa Chiara, di San Benedetto … e chi più ne sa più ne metta ( inarrivabile Lui ! ),
delle Stimmate, della via di San Francesco, della Toscana dopo
l’Umbria, della Terra Santa e del Sultano … per finire col cammino di
Santiago … tutto ciò che riguardasse la storia, la geografia, le religioni, le culture dei popoli in generale … e lui a scalfirne gli aspetti più reconditi, nemmeno scritti o riportati più di tanto, magari, ma a lui non negati per accessi misteriosi ad altri saperi… e tuttavia sempre riconducibili ad esperienze dirette sul campo con interlocutori “veri” di cui si ricordava e riferiva condividendo …una aneddotica infinita …
L’agricoltura, l’artigianato, le piccole e medie imprese … Il Comune di Sellano che lo vedeva residente e terremotato, la Valnerina con i suoi richiami culturali di invenzioni ( o brevetti che non ricordo) ma che puntualmente lui collegava a quel territorio a quel paese a quel posto a quel negozio a quella struttura.
La musica poi – sua passione tra le varie Arti – … ne sapeva parlare
da esperto e con linguaggio tecnico competente non so se per Diploma di Scuola o di Accademia … ma certamente era un piacere sentirlo – a confronto dialettico con addetti ai lavori – parlare di aspetti particolari di quello o di quell’altro strumento …fosse violino, arpa o clavicembalo … o contrabasso o sassofono, da non
dubitare ne possedesse l’esperienza del suono .
Per non parlare poi della politica “nuda e cruda”, di tutto ciò che come sindacalista prima e come personaggio politico poi … poteva avere vissuto in prima persona e quindi, col senno di poi … ecco la incredibile capacità di “riportare” esperienze, di ripercorrere strategie politiche di raccontarne la storia personale, di ricondursi e ricondurti a collegamenti ed aggiornamenti: visioni, prospettive, proposizioni, sollecitazioni … e partecipazioni e coinvolgimenti.
E che dire della confidenza con gli amici in “quartetto” che eravamo ( Franco Lucarini, Leonardo Triulzi, il sottoscritto: … i quattro moschettieri ) dove Lui si poteva consentire di far vedere tessere, “questa” o “quell’altra”, che gli consentivano “passi” e porte aperte a personaggi con ogni tipo di autorevole incarico presso quella o quell’altra Istituzione … Parlamento incluso.
Là Riferimenti precisi, puntuali, per nome e cognome.
E Quanti viaggi e Quante occasioni reali di contatto e di incontro !
a riprova e conferma – ce ne fosse bisogno –… di come una innata
“vocazione” ai rapporti umani ( che condividevamo ) venisse ogni volta premiata da soddisfazione per il valore aggiunto comportato da quelle “esperienze e relazioni umane stesse”… in ovvia ragione dell’amicizia in essere.
Lui, poi, il primo a compiacersi nel promuovere intenzionalmente e condividere Tutta una attività finalizzata ad obiettivi di natura culturale , obiettivi per i quali si veniva spendendo da decenni e per i quali si è speso – da ultimo, costituendosi l’associazione il “Volo dell’Arcangelo”: Lui Presidente Onorario, Lucarini Franco presidente e tante altre belle figure professionali ( Anna, Loriana, Adalgisa, Fabio, Stefano ) a comporne il consiglio direttivo ( il sottoscritto incluso, a vedere riconosciute e promosse le Palestre di Educazione emozionale … la mia Mission !… ed “aggiunto” Guglielmo Spiniello, Project web Master cui dobbiamo tutto quanto leggiamo sui siti: “Il Volo dell’Arcangelo” ed “emozionimission.it ” )
Nelle relazioni umane ha saputo tessere rapporti e raccogliere
amicizie a 360 gradi: dalle dalle Diplomazie alle Corti, dalle Cattedre universitarie italiane e straniere alle Orchestre Filarmoniche ( Berlino, Vienna ..) con in casa una infinità di foto a ricordo di eventi che lo vedevano presente – tra Autorità varie – come sul palco di celebrazioni storiche a Medjugorje così in altre località importanti che la memoria non mi sovviene.
Tanti, in ogni caso, gli autorevoli personaggi che in amicizia facevano tappa a casa sua, o Lui presso loro, in ricambio di ospitalità.
Quasi un Padre Pio del proprio tempo – in qualche modo a lui
somigliante per statura fisica e rigore morale (ho letto qualcosa del Santo personaggio) – per i suoi aspetti, a volte ruvidi, con cui si esprimeva in affermazioni anche taglienti in occasioni di contraddittorio.
E tuttavia l’interlocutore di turno non poteva non percepire di essere accolto e “voluto Bene”: per naturale inclinazione dell’Uomo Franco che del sentimento dell’ Amore – posso affermare senza ombra di dubbio – faceva ragione di vita. Non temendo concorrenze – anche per doti naturali ( anche della persona fisica ) – a nessun livello della vita di relazione. Dai livelli economici di base a quelli affettivi e sentimentali e politici e sociali in generale.
L’ amore che ha informato la sua passione di uomo lo si deduceva facilmente “osservandolo”- per quanto mi riguarda anche con l’ occhio professionale – soprattutto nel rapporto con l’altro: mai un’ombra a scalfirne gentilezza, rispetto, modo.
“Gentilezza” “rispetto” e “modo” massimamente espressi, poi, verso l’ amata compagna della sua vita: Roberta, la figlia Sara …( tra quanti altri suoi “Affetti” diretti ) di cui posso testimoniare, per esperienza personale, vissuti condivisi.
Che aggiungere:
che potremmo scrivere un libro, a riprendere dalla memoria la fila dei possibili appunti d’ archivio per circostanziare di meglio il ricordo, per fare onore alla Memoria …
per farne Onore di Memoria ! !
Quale tentativo di sintesi: una Persona, Franco, che sapeva voler bene, che sapeva abbracciare fisicamente, quando , entrato in sintonia con l’interlocutore, ne intuiva la bontà, ne avvertiva e riconosceva le energie sottili, quelle dell’aura, delle quali pure sapeva parlare e ne sapeva in qualche modo commentare tanto il livello spirituale – empatico e trascendente – come quello dell’aspetto più proprio della ricerca e delle dimensioni spazio -temporali della fisica quantistica.
Ho avuto la fortuna di vivere con lui l’esperienza di un’empatia
straordinaria che ci ha consentito di confrontarci dialetticamente e di ritrovarci gratificati in reciprocità, lui parlando molto … Io molto molto …”meno” (ma soltanto con Lui ).
Ricordo anche quando Lui, pur a fatica, in qualche modo si fermava per ascoltare, magari scosso da una mia interlocuzione perentoria della serie: “ Franco me devi sta’ a sentì “… “ Non poi parlà soltanto te”.
E allora si poneva in umile ed affettuoso ascolto, quasi grato e consapevole dell’occasione di recupero che gli favorivo … per essersi troppo “allargato”.
Allora lì era il bello … perché tu sentivi che, alla fine, in fiducia reciproca, potevamo reggere ogni confronto, ciascuno capace di analisi ed autocritica per cui ci si riconosceva in reciprocità e rispetto, Valore e bisogno.
Ammetto il mio limite quando dopo attenta riflessione ho valutato non poterlo invitare ai “Salotti di Claudio”. La funzione di moderatore mi sarebbe stata oltremodo difficile e avrebbe potuto attentare ai lavori della serata (con le dieci, quindici ed a volte più persone con cui si lavorava e si parlava di emozioni e sentimenti ) perché avendo partecipato con Franco ad incontri vari, sapevo, per esperienza diretta ( e per fortuna in quei casi “indiretta”) quanto Franco disobbedisse ad ogni regola di disciplina e mal tollerava ogni restrizione in termini di tempo.
Non avrebbe potuto reggere il limite posto ai minuti, da contenere per ogni intervento, e fatti rispettare dal moderatore.
Il suo ruolo innato di protagonista sul palcoscenico della vita non glielo avrebbe consentito.
Gradiva anche per questo che io portassi “compagnia” agli inviti di pranzo e di cena a casa sua. Potersi raccontare sul palcoscenico della tavola imbandita della sua cucina era il massimo per lui e per l’uditorio incantato ad ascoltarlo.
Non c’era spazio per altri a recitare altre parti salvo che fosse incontro di lavoro.
Ed ammetto anche che talvolta preferivo andare da solo per avere una attenzione più esclusiva e tutta mia, per bisogno mio del momento…quando per stanchezza reggevo male incontri con più persone … il tutto con la sua comprensione verso il mio lavoro per natura professionale immerso in rapporto con … l’altro: persona “paziente”.
Sento che queste cose parlate, scritte così, mi aiutano ad elaborare un lutto ( si chiama così la sofferenza e la solitudine che si accusa per il vuoto dovuto all’Oggetto perduto ) che comunque interpreta un vuoto. Un vuoto incredibile, insostituibile.
E tuttavia la Mission di Alfabetizzazione che mi ispira … va avanti ! e so che Lui in qualche modo “dall’altra parte” è lì a benedirla e sostenerla, a non farmi sentire … “più solo“.
Tanta gratitudine, io sento, ci accompagna in questo viaggio con cui
tutti siamo alle prese, dalla Terra al Cielo.
Grazie dunque, Franco, all’universo infinito che tu più di me in questo momento sai, in coscienza, di Essere … perché hai trasceso questa separazione o segregazione nello spazio/tempo di questa dimensione ed attingi la Luce che non ha più bisogno di consapevolezze, di sapere, perché è Sapienza e Coscienza tutt’una nell’ Uno.
Ora Tu sei Questo e Noi abbiamo la fortuna di potere avere, ora, in Te la Persona “ascesa”… e da questo punto di vista Maestro due volte: in Terra per il lascito di memoria che ci accingiamo a custodire di Te, ed anche là nei Pascoli del cielo, per quanto ci vorrai ancora in ispirazione insegnare.
Voglio ricordarti così, da vivo , come nelle foto che ogni volta ho avuto l’ intuizione e la fortuna di prendere nelle innumerevoli volte a pranzo o a cena in casa tua.
Ora mi fanno compagnia.
E Voglio ricordarti così : in umiltà di Spirito a servire Tutti a tavola: tu che avevi cucinato ogni volta per tutti, mai una volta delegato altra persona, anzi, a volte in piedi… ( ché non restava posto per te – nella piccola cucina di casa per terremotati – oltre le 4-5 persone “sedute a tavolino” tra cui sempre Roberta tua e “nostra” )… in piedi col pretesto che il diabete ti chiedeva di soprassedere …
E pronto a brindare sempre … ad aprire il vino “quello”, lo spumante “quell’altro”, per cui eri prodigo di descrizioni e commenti ( provenienza, annata, retrogusti … ) degni di un esperto sommelier cui pure avresti potuto tenere testa a confronto.
Ricordo che solo da te non resistevo alle seduzioni del palato … e
ricordo le volte che sulla via del ritorno a casa, a notte tarda, dovevo fermarmi per strada a recuperare, in qualche sosta , il sonno che all’improvviso mi veniva a colpire per avere in qualche modo, come dire, … bevuto.
E porto con me ancora la sensazione fisica degli abbracci di cuore scambiati ogni volta che ci si incontrava come ogni volta che ci si salutava per separarci… con pacche forti e virili su schiena e spalle. Beh abbracci così veri, autentici e disinteressati nella mia vita non li ricordo nemmeno a livello di relazioni le più sentimentali ed interessate .
È incredibile ma è così: che bello !
Ciao Franco
possa ora tu goderti, lì dove sei, le schiere celesti e la Luce.
La Luce che porti, che hai portato, che ora ancora di più in Assoluto “sei” …
… e che “siamo anche stati” e mi sento di dire: tuttora ” SI AMO “.
Sia a me ed a Noi di Memoria la Riconoscenza e la Gratitudine che io Ti porto .
Grazie Grazie Grazie !
Io, Caro Franco, ti ricordo COSI’
A D
M A I O R A ! !